Con una quota elettrica del 9% (quasi 216.000 auto consegnate nel 2022, in crescita di poco meno del 108%), il gruppo Bmw ha fatto meglio dei rivali tedeschi. Sia Mercedes-Benz sia i marchi del gruppo Volkswagen si sono attestati attorno al 7%. La casa dell’Elica ha guadagnato terreno con i modelli a zero emissioni, anche se l’amministratore delegato Oliver Zipse si attende in futuro volumi in crescita per le auto più prestigiose, come l’ammiraglia i7.

Il costruttore bavarese si è anche dato obiettivi ambiziosi dopo aver dovuto contabilizzare vendite in calo (-4,8%) nel 2022, comunque con quasi 2,4 milioni di unità commercializzate salvando con Bmw anche il platonico titolo di marchio premium numero uno al mondo. Il marchio dell’Elica ha ceduto il 5,1% (2,1 milioni) e Mini il 3,1%, mentre Rolls-Royce si è attestata sopra i 6.000 esemplari con una crescita del 7,8%. Entrambi i brand britannici sono destinati alla totale conversione a zero emissioni entro meno di 10 anni.

Più in generale, Zipse vuole che già nel corso del 2023 le costose e redditizie elettriche raggiungano il 15% delle vendite. Nel 2024 dovranno arrivare al 20%, l’anno dopo al 25% per sfondare un terzo dei volumi nel 2026. Con l’arrivo dei modelli sviluppati sull’architettura Neue Klasse – riservata esclusivamente a modelli a zero emissioni abbandonando così l’ipotesi termica che due anni era ancora ritenuta percorribile – la progressione dovrebbe subire un’accelerazione.

A partire dalla seconda metà del 2025 andranno in produzione gradualmente sei nuovi modelli, a cominciare da un suv e da una berlina orientata sulla Serie 3. I primi siti coinvolti saranno in Ungheria, in Germania (dal 2026) e in Messico (dal 2027) prima che l’assemblaggio venga esteso ad altre fabbriche. Nel corso della conferenza di bilancio il gruppo ha già fatto sapere che si riparlerà della generazione di auto della Neue Klasse in occasione dell’IAA di Monaco di Baviera, il salone “domestico” della casa dell’Elica.

L’esercizio 2022 è stato archiviato con ricavi in crescita del 28% a 142,6 miliardi, con un utile netto di 18,6 miliardi (+49%) e con dividendi in aumento di 2,7 euro per azione, da 5,8 a 8,5 per quelle ordinarie e da 5,82 a 8,52 per le privilegiate. I risultati avranno ricadute positive anche sui dipendenti, almeno su quelli impiegati in Germania, ai quali andrà un bonus che nella migliore delle ipotesi arriva a 9.000 euro. In passato è stato anche più alto (9.455 euro nel 2018), ma nel frattempo sul comparto si sono abbattute pandemia, crisi dei semiconduttori e guerra. Per effetto dell’integrazione del personale della cinese Bmw Brilliance Automotive (26.000 persone) il numero degli occupati è salito vertiginosamente: oltre 30.000 in più a poco meno di 149.500 addetti.

Pur avendo investito oltre 6,6 miliardi nella Ricerca & Sviluppo, in particolare per la sesta generazione di trasmissioni elettriche e i modelli della Neue Klasse, il gruppo insiste sull’idrogeno e sulle a celle a combustibile, ritenute un “ulteriore pilastro della tecnologia di propulsione”. Bmw ipotizza per questa alimentazione una domanda in crescita a partire dalla seconda metà del decennio: secondo il costruttore è una “opzione aggiuntiva”. Con la iX5 Hydrogen (504 km di autonomia nel ciclo di omologazione Wltp) ha già pronta una possibile soluzione.

Articolo Precedente

Il Milano Monza Motor Show 2023 torna a giugno, tra novità e test drive per il pubblico

next
Articolo Successivo

Dacia lancia la sfida al segmento C: nel 2025 un modello ispirato alla concept Bigster

next