È scontro a Dimartedì (La7) tra Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e neo-presidente del Pd, e Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera. Il tema del dibattito è l’operato del governo Meloni in tema di politiche migratorie e la trasferta della presidente del Consiglio con alcuni suoi ministri a Cutro.

Bonaccini sottolinea l’inadeguatezza del governo e chiede a Rampelli, che poco prima ha rivendicato le giuste scelte della maggioranza: “Ma lei si ricorda le parole che usavate anche con una certa foga? ‘Prima gli italiani’, ‘porti chiusi’, ‘è finita la pacchia’? E come mai arrivate al governo e rispetto allo scorso anno sono più che triplicati gli sbarchi? A Cutro nemmeno avete sentito il bisogno di portare un fiore su quelle bare – continua – né vi siete fatti vedere. Non voglio infierire sul karaoke di Salvini e di Meloni, perché ognuno ha il diritto di festeggiare il compleanno, ma se diventi presidente del Consiglio o ministro c’è anche una misura che ha a che fare con quel momento particolare e che si chiama umanità“.

Rampelli rinfaccia a Bonaccini che in passato i governi di centrosinistra non sono riusciti a gestire il fenomeno migratorio: “Quando avete governato voi, e purtroppo succede ancora oggi, gli immigrati tutto hanno avuto fuorché gli stessi diritti degli italiani. Spesso e volentieri sono sfruttati dalla criminalità organizzata o dal caporalato. E molti di loro dormono nelle stazioni o nei parchi pubblici. Non mi pare che ci sia questa umanità, anzi se questa è umanità, sinceramente non capisco cosa sia il razzismo. Quindi, attenzione a non darsi la zappa sui piedi con queste elucubrazioni filosofiche”.
Bonaccini ribatte: “Ah, le pare che io sia uno da elucubrazioni filosofiche? Intanto, avete chiesto di far sbarcare i profughi quasi solo ad amministratori e ad amministratrici del Pd e del centrosinistra, forse perché vi vergognate a farli sbarcare in realtà amministrate da voi dopo gli slogan che avete usato in questi anni”.
C’avete la sindrome di Stoccolma“, commenta il deputato di Fratelli d’Italia.

“Lei mi risponda a una domanda – replica Bonaccini – Com’è che a Cutro non siete andati a mettere un fiore sulle bare dei bambini? Ma com’è possibile che non avete avuto nemmeno quella umanità?”.
Rampelli difende la presidente del Consiglio: “A Cutro Giorgia Meloni ha scelto di fare innanzitutto un atto simbolico dicendo che le istituzioni ci sono. Secondariamente ha scelto di avere un atteggiamento sobrio e di deporre una corona al Municipio sotto la targa che ricorda il naufragio anziché fare vetrina dentro l’hangar – prosegue – dove comunque era già stato il presidente della Repubblica che rappresenta tutti, Giorgia Meloni e governo compresi. Se Giorgia Meloni fosse andata a omaggiare le vittime, sarebbe stata accusata di strumentalizzazione. Io penso invece che abbia fatto bene a tenere un atteggiamento sobrio”.
Bonaccini ribatte: “Guardi Rampelli, le sue parole, che si trincerano dietro alla presenza di quello straordinario presidente che è Mattarella, si commentano da sole. Io non ho bisogno di aggiungere nulla”.
“Io non ho detto solo questo – si lamenta Rampelli – Non so se arriva l’audio lì. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”.

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