Era l’epoca in cui il conto lo faceva alla rovescia, aspettando il voto che lo ha riportato al governo. Lo scorso 29 luglio, Matteo Salvini si era alzato di buon mattino e, dopo aver letto La Repubblica, si era precipitato a Twitter: “Per la sinistra sarebbe Putin a spingere i barconi pieni di clandestini verso l’Italia. Siamo alle comiche, la paura di perdere la poltrona fa brutti scherzi! Spoiler: la colpa è del Pd e di Lamorgese”, aveva scritto postando la pagina del quotidiano nel quale si rilanciava un alert dell’intelligence: “L’arma dei migranti sul voto. I barconi spinti in Italia dai mercenari della Wagner”. Il countdown verso le urne segnava -58 giorni. Adesso che è ministro dei Trasporti e fa il conto del numero dei giorni da cui si è seduto su quella poltrona, Salvini tace ma quello stesso allarme dei servizi sulla possibile guerra ibrida combattuta dai mercenari del gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin diventa un’arma del suo governo per provare a uscire dall’angolo in cui si è ritrovato dopo la strage di Steccato di Cutro e le migliaia di arrivi degli ultimi giorni che hanno portato il totale da inizio anno a 20.017 persone, di cui 9.456 nel solo mese di febbraio, contro le 6.152 del 2022.

“Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”, è stato il messaggio lanciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner. Non vorrei ci fosse un tentativo di spingere migranti verso l’Italia”. Simil refrain della presidente del Consiglio: “Più persone partono, più persone si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare questa vicenda. Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi da noi solo chi ha soldi per pagare quei mafiosi, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti”, ha detto Giorgia Meloni lunedì.

Un bel ricicciare ciò che solo alcuni mesi fa veniva bollata come una “comica”, un’arma elettorale. Un allarme inesistente per nascondere i veri colpevoli: cioè la ministra dell’Interno e il Pd. Adesso invece è Crosetto a replicare ad Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che aveva parlato di “insinuazioni” fatte “senza vergogna” sottolineando che l’allarme è noto al Copasir e ai servizi segreti. Del resto, già in estate, il deputato dem Enrico Borghi, allora membro dell’organo parlamentare di vigilanza sugli 007, aveva detto al The Telegraph: “Non dovrebbe sorprendere nessuno che il Gruppo Wagner sia coinvolto nella competizione elettorale in Italia”. La Russia di Putin, aveva sottolineato, “sta cercando di influenzare le elezioni nel nostro Paese”. Insomma, il possibile coinvolgimento della Wagner è questione nota da tempo e anche nel centrosinistra, qualche mese fa, si dava credito alla possibilità che i mercenari dello “chef” di Putin utilizzassero le migliaia di migranti presenti in Libia come “arma” sul voto.

Lo scenario quindi non sembra essere repentinamente cambiato e diversi analisti mettono in ogni caso in dubbio la ricostruzione fornita dal governo, sottolineando come al momento non vi siano “prove” di un reale impatto del gruppo. E gli allarmi dei servizi di diversi Paesi, oltretutto, vanno avanti da anni. Nel 2019 il mensile statunitense U.S. News&World Report, citando un funzionario del Dipartimento di Stato sotto anonimato, spiegava come gli Usa fossero “preoccupati” per il ruolo della Wagner al fianco di Khalifa Haftar. E il giornale spiegava come, nel tempo, la loro presenza avrebbe potuto influire anche sul flusso di migranti all’interno di una strategia per destabilizzare l’Unione europea. Lo scorso febbraio è stata invece l’Associated Press a riportare gli sforzi sotterranei della presidenza Biden per “espellere” i mercenari di Prigozhin da Sudan e Libia. E in ogni caso a Bruxelles restano scettici: il coinvolgimento della Wagner è stata definita “qualcosa di accessorio” dal vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas rispetto alla vera causa delle migrazioni, cioè la necessità di “costruire le condizioni per una vita migliore” nei Paesi di origine e di transito.

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