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Ospedale invia mail agli operatori sanitari: “Non utilizzate OnlyFans, distrae i pazienti”. L’esperto: “Questo è sex-shaming”

Ecco il testo della mail ufficiale riportata dal Sydney Morning Herald

di Paolo Aruffo

Guai a pubblicare le foto su OnlyFans se sei un infermiere o un’ostetrica. Il motivo? Potrebbero essere una distrazione per i pazienti e portare discredito alla professione, specialmente se un operatore sanitario fosse riconosciuto e denunciato per la sua condotta. Siamo in Australia. Qui, stando a quanto riportato dal Sydney Morning Herald, il Nursing and Midwifery Council del New South Wales avrebbe inviato una mail ai dipendenti invitandoli a non utilizzare la piattaforma che fornisce immagini e video esclusivi (perlopiù hot e sottoscrivendo un abbonamento). Una mail ufficiale, dunque, in cui tutti gli operatori sanitari sono stati invitati a non pubblicare più contenuti su OnlyFans, anche se effettuati nel loro tempo libero e riferiti a momenti fuori dal lavoro. “Recentemente, l’attenzione del consiglio è stata attirata dall’uso inappropriato di servizi di contenuti multimediali online come OnlyFans. Se un professionista è il creatore del contenuto, quindi viene riconosciuto o pubblica fotografie in uniforme, potrebbe essere denunciato per la sua condotta, ritenuta non professionale e una distrazione per i pazienti – recita la mail, che invita poi ad un confronto sull’argomento -. La guida sull’uso dei social media è chiara sull’obbligo di infermieri e ostetriche di mantenere i confini professionali e, ove pertinente, il Consiglio infermieristico e ostetrico può prendere in considerazione di disciplinare l’uso dei social media anche nella vita privata se ciò solleva dubbi”. L’e-mail del consiglio propone inoltre tre scenari di discussione. In una di esse, una paziente riconosce un’infermiera di OnlyFans, spingendo un collega a denunciare l’infermiera perché “il suo comportamento ha screditato la professione”.

Neanche a dirlo, la mail ha sollevato diverse polemiche. La testata britannica Guardian, ad esempio, ha riportato il parere di un’esperta. “Penso che sia sex shaming – ha detto Anna Boucher, professoressa associata di politica pubblica e politica comparata presso l’Università di Sydney -. È il suo momento privato. Non lo stava pubblicizzando”. Poi Boucher ha spostato il focus della discussione su un altro aspetto, quello economico. Secondo la professoressa, infatti, gli stipendi degli operatori sanitari sono troppo bassi: “Questa vicenda ci sta comunicando qualcosa di molto potente sul costo della vita”. In una dichiarazione il Consiglio infermieristico e ostetrico del NSW ha affermato che il suo “obbligo legale fondamentale è proteggere il pubblico”. Poi: “La newsletter più recente mirava a rafforzare gli standard professionali per infermieri e ostetriche, incluso il modo in cui un comportamento inappropriato sui social media può portare a denunce di condotta professionale insoddisfacente o cattiva condotta professionale. Le linee guida sui social media sono sviluppate dal Nursing and Midwifery Board of Australia per garantire che infermieri e ostetriche rispettino i propri obblighi ai sensi della legge nazionale”. Alcuni operatori sanitari con cui l’Herald ha parlato hanno affermato di sentirsi ‘sorvegliati’: “Come infermiere l’ho trovato personalmente vergognoso”, ha detto un destinatario della mail, chiedendo di rimanere anonimo.

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