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Gli amputano il pene per asportare un tumore, poi la scoperta: non aveva il cancro. Urologo sotto accusa

È quanto successo ad un paziente toscano, ora 68enne, che adesso si è rivolto al Tribunale di Arezzo per essere risarcito del grave danno subìto

di F. Q.

Gli amputano il pene in un intervento chirurgico riuscito, poi la clamorosa scoperta: l’operazione non era da fare perché non era affetto da tumore bensì da una forma di sifilide curabile con farmaci. È quanto successo ad un paziente toscano, ora 68enne, che adesso si è rivolto al Tribunale di Arezzo per essere risarcito del grave danno subìto. Il delicato caso sanitario è oggetto di un fascicolo giudiziario che il 9 marzo arriverà nell’aula del giudice Claudio Lara per l’udienza preliminare: come riporta il Corriere di Arezzo, spetterà al magistrato valutare il rinvio a giudizio di un urologo dell’ospedale cittadino San Donato, responsabile dell’errata diagnosi e imputato per lesioni gravissime. L’intervento risale al 2018 e venne deciso dopo una diagnosi per cui era sospettata una patologia tumorale al pene, che venne poi smentita dagli esami istologici ormai successivi, e “tardivi”, come sostengono i legali del paziente, sui tessuti prelevati. All’inizio il pm Laura Taddei aveva concluso per l’archiviazione ma gli avvocati del paziente si sono opposti dal gip e dopo l’udienza tenuta a fine 2022 il giudice Giulia Soldini ha optato per l’imputazione coatta del medico.

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