“La nostra proposta di legge sul congedo mestruale e sulla distribuzione gratuita dei contraccettivi ormonali è una sfida al Parlamento, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alle deputate e ai deputati delle forze di maggioranza e opposizione. Dal governo non abbiamo visto ancora nessun provvedimento a favore delle donne, ma solo la cancellazione di Opzione donna. Partire da qui sarebbe un segnale concreto”. A rivendicarlo le deputate di Alleanza Verdi Sinistra, Elisabetta Piccolotti, Eleonora Evi, Francesca Ghirra e la capogruppo Luana Zanella, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. “La Spagna è stato il primo Paese europeo ad adottare norme sul congedo mestruale, all’interno di una legge quadro sui diritti di salute sessuali e riproduttivi delle donne. Il nostro testo è meno ambizioso, ma vogliamo aprire un dibattito”, ha spiegato Piccolotti. “In Vietnam, Corea del Sud, Taiwan, Cina e Giappone, le donne hanno già il diritto di un congedo dal lavoro durante i giorni di ciclo mestruale”, ha continuato Evi.

La proposta di legge di Avs si compone di tre articoli e prevede l’istituzione del congedo mestruale scolastico e lavorativo. Nel primo caso, fino a due giorni al mese di assenze giustificate per le studentesse che soffrono di dismenorrea, in deroga al vincolo di frequenza di almeno i tre quarti dell’orario annuale previsto dalla normativa nazionale. Assenze che non incideranno sul monte ore massimo consentite. Sarà necessario presentare un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico e servirà comunque la giustificazione. Per quanto riguarda invece il congedo lavorativo, si prevede che, sempre dopo la presentazione di un certificato medico, sia consentito alla lavoratrice di usufruire di massimo di due giorni al mese, con indennità pari al 100% della retribuzione. I giorni di congedo non possono essere equiparati ad altre cause di assenza dal lavoro, a partire dalla malattia. Un diritto che si applica ai contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato e a progetto. Infine, l’articolo 3 della proposta di legge prevede che i contraccettivi ormonali siano inseriti nei livelli essenziali di assistenza e che il ministro della Salute adotti apposite linee guida per la loro distribuzione gratuita nelle farmacie, previa prescrizione su ricetta medica.

“Ci auguriamo che tante deputate e deputati condividano questa proposta. È paradossale – ha continuato Piccolotti – che quando si presentano queste leggi la risposta sia sempre che non è la priorità. Noi rispediamo al mittente il benaltrismo perché per le donne questa è una delle priorità. Se gli uomini avessero avuto il ciclo questa legge sarebbe stata approvata da tempo. Questa legge non è ancora realtà soltanto perché siamo un Paese maschilista e patriarcale“.
“Molti studi dicono che la produttività aumenta fino all’8-9 per cento quando c’è almeno il 40 per cento di lavoratrici donne, quindi maggiore benessere porta anche maggiore produttività. Siamo convinte che le aziende non vogliano fare a meno del contributo delle donne e che il rischio stigma non ci sia”, hanno concluso le deputate.
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