Salvata dalla macerie del devastante terremoto che ha colpito Siria e Turchia prima e a un tentativo di rapimento dopo. La piccola Aya – la cui foto ha fatto il giro del mondo perché trovata viva e attaccata al cordone ombelicale della madre – per questo motivo sarebbe stata trasferita dai i sanitari dell’ospedale di Afrin dove è ricoverata “in un luogo sicuro”. Secondo quanto scrive la Bbc online, la direzione sanitaria ha adottato la misura precauzionale per proteggere la neonata da possibili rapimenti e adozioni fraudolente dopo il “tentato sequestro”. Pochi giorni fa il direttore dell’ospedale aveva sospettato di un infermiere, dopo averlo scoperto a fotografare Aya nella sua culla e convinto che la volesse rapire lo ha licenziato. Lunedì, alcuni uomini armati, accompagnati dallo stesso infermiere, sono quindi entrati nell’ospedale e hanno picchiato il direttore. Il capo della direzione sanitaria, Ahmad Hajj Hassan, ha smentito le affermazioni apparse sui social media secondo cui si tratterebbe di un tentato sequestro.

“Le accuse di rapimento sono state un malinteso. Si trattava di una questione interna all’ospedale e non aveva alcun legame con la bambina”, ha dichiarato. Tuttavia, la piccola è stata trasferita in un luogo sicuro in quanto negli ultimi giorni diverse persone si sono presentate in ospedale sostenendo di essere parenti di Aya, il che ha spinto l’ospedale a chiedere un servizio di sorveglianza. La direzione sanitaria ha deciso di agire con cautela nel processo di adozione. Oltre alla madre di Aya, a causa del sisma sono morti anche il padre della piccola, quattro fratelli e una zia. Il direttore dell’ospedale di Afrin, Khalid Attiah, ha spiegato che sua moglie sta allattando Aya insieme alla loro figlia di quattro mesi e ha promesso che si sarebbero presi cura di lei fino a quando non fosse stata adottata.

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