Dopo quattro anni è stato condannato in via definitiva l’uomo fermato mentre stava trasportando 320 piccoli uccelli – appena sottratti ai rispettivi nidi – nel bagagliaio della propria auto. In questi giorni, dunque, la Cassazione ha confermato la condanna per il cacciatore/bracconiere accusato del reato di uccellagione. La notizia diffusa da Lav (Lega anti vivisezione) fa il paio con una seconda informazione che non è stata troppo diffusa, ovvero che la Commissione Europea – Direzione Generale Ambiente – ha inviato all’Italia una lettera rispetto all’emendamento “caccia selvaggia”.

Entro quattro settimane il nostro Paese dovrà rispondere alla missiva. I toni di Bruxelles sono perentori rispetto all’iniziativa con cui governo e Parlamento hanno di fatto reso possibile ai cacciatori l’abbattimento degli animali selvatici in aree protette e soprattutto a dispetto dei periodi in cui la caccia è vietata.

Si sa, nel profondo nord d’Italia la lobby dei cacciatori conta. E non poco. Poco importa se con l’approvazione dell’emendamento a rischiare non saranno solo gli animali, ma anche le persone rispetto a cacciatori che per troppa foga o in alcuni casi crassa ignoranza potrebbero non sapersi fermare. Così come il cacciatore-bracconiere dei 320 piccoli di cui sopra.

Wwf Italia – a cui si aggiungono Enpa, Lac, Lav, Legambiente e Lipu – ha spiegato, per filo e per segno, il contenuto della lettera spedita dalla Commissione: in particolare gli articoli 12 della direttiva habitat e il 5 che contengono l’obbligo da parte degli stati membri di “adottare misure che vietino non solo di uccidere o catturare le specie protette, ma anche di arrecare disturbo, in particolare durante i periodi di riproduzione, di dipendenza, di ibernazione e di migrazione”.

Le associazioni ambientaliste parlano di “approccio filo venatorio del governo e di talune Regioni che, peraltro, porta ogni anno all’approvazione di calendari venatori che dopo essere impugnati dalle associazioni vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai giudici amministrativi per violazione dei principi di tutela ambientale”. Tornando alla Commissione non ci sono dubbi sulla richiesta: l’Italia deve spiegare in modo chiaro e ai fini pratici come le nuove misure adottate dal governo potranno garantire il rispetto di quanto prescritto a livello europeo per la salvaguardia degli animali selvatici.

Nei testi dei regolamenti a livello comunitario vengono usate definizioni come “saggia utilizzazione rispetto alla regolazione ecologicamente equilibrata delle specie animali oggetto di prelievo”. Viene peraltro espressamente vietata la caccia durante il periodo di “nidificazione, riproduzione e dipendenza e ritorno al luogo di nidificazione per le specie migratrici”. Si vede che quel cacciatore aveva frainteso e dunque ha ritenuto che rinchiudere 320 uccellini in scatoloni di cartone sarebbe stato più saggio che lasciarli nei propri nidi.

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