Il faticosissimo parto della nuova normativa sui distributori di benzina ha vissuto oggi un altro momento chiave con la presentazione degli emendamenti del Governo al decreto varato a metà gennaio. Il governo era intervenuto d’urgenza dopo aver attribuito ad una non meglio precisata speculazione la responsabilità degli improvvisi rincari di benzina e gasolio. In realtà, dati alla mano, l’unico responsabile era lo stesso governo che aveva deciso la completa rimozione degli sconti sulle accise introdotti nel marzo 2022 dall’esecutivo Draghi. Da questo pastrocchio era uscito un decreto oggetto di forti critiche, sfociate nella serrata dello scorso 24 gennaio. Con le modifiche presentate oggi resta comunque l’obbligo per i benzinai di esporre i cartelloni con il prezzo medio accanto al prezzo praticato in quel punto vendita. Misura su cui l’Antitrust aveva espresso forti perplessità poiché potrebbe anzi indurre i distributori con listini particolarmente convenienti ad avvicinarsi alla media nazionale. Viene inoltre prevista la messa a punto una “applicazione informatica”, utilizzabile sui dispositivi portatili, dove consultare tutti i prezzi.

L’emendamento interviene anche sulle multe, riducendo la sanzione, ma meno di quanto auspicato dai distributori, per chi viola l’obbligo di comunicazione dei prezzi al Ministero (va fatta settimanalmente e se il prezzo varia) e di esposizione dei cartelli. Si va da un minimo di 200 ad un massimo di 2mila euro, in base al fatturato dell’esercente. È un taglio significativo rispetto ai 500-6mila euro previsti inizialmente, ma inferiore a quanto promesso (da 200 a 800 euro) al tavolo tra i benzinai e il governo. Vengono inoltre allentati i termini per incorrere nella sospensione dell’attività: scatta se la violazione viene reiterata per “almeno 4 volte anche non consecutive” in 60 giorni (e non più dopo la terza) e viene disposta per un periodo da 1 a 30 giorni (prima era da 7 a 90). Il Garante sui prezzi dovrà redigere una relazione trimestrale per verificare e prevenire comportamenti scorretti.

“L’emendamento appena depositato in X Commissione dal Governo, oltreché essere persino più confuso e peggiorativo del decreto stesso, rappresenta l’ennesima ostentazione della ratio con la quale si sta procedendo in Parlamento e, quel che è peggio, sulle strade di questo Paese”, commenta il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, commenta l’emendamento al decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, aggiungendo che “il governo dimostra di avere un unico obiettivo: mostrare i muscoli alla prima categoria che ha osato dirgli no!”. “Profonda delusione rispetto alla presentazione dell’emendamento del Governo presso la X° Commissione che ribadisce e peggiora quanto già scritto nel decreto”, concorda il presidente di Figisc Confcommercio Bruno Bearzi. Critiche arrivano anche dalle associazioni dei consumatori. “Una presa in giro degli italiani! Per questo abbiamo chiesto in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera di non convertire in legge un decreto che finisce per peggiorare la normativa vigente”, afferma il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. Domani comunque ci dovrebbe essere una riunione di maggioranza per fare un punto, prima dell’avvio delle votazioni fissato per mercoledì.

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