Ex ministro della Transizione ecologica, consigliere del governo Meloni per l’energia, manager di Leonardo e adesso pure membro del consiglio di amministrazione di Industrie De Nora, multinazionale italiana della green economy. È il profilo di Roberto Cingolani, passato dalla poltrona al dicastero a quella di una delle principali industrie del settore di cui si occupava da ministro. L’ultimo esempio di porte girevoli tra politica e affari, in questo caso con un’ulteriore anomalia: Cingolani infatti mentre passa agli affari mantiene ancora un piede nella politica, da consulente del suo successore Gilberto Pichetto Fratin. E nel frattempo ha pure il posto in Leonardo, la partecipata leader nella difesa e nell’aerospazio. Non solo, Cingolani è inserito anche nella lista di Palazzo Chigi sui possibili successori di Alessandro Profumo alla guida dell’ex Finmeccanica: la decisione è attesa entro fine marzo.

Il consiglio d’amministrazione di Industrie De Nora ha cooptato Cingolani quale nuovo membro indipendente del board e nuovo componente del comitato strategie. Porta con sé una rete di informazioni e relazioni costruita nei mesi trascorsi al vertice del ministero sotto il governo Draghi, così come la rete di legami e di fiducia con il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che avrebbe voluto confermare lo stesso Cingolani tra i suoi ministri. Nulla di illecito: in Italia non esiste una norma contro le porte girevoli, nonostante siano considerate causa di enormi conflitti d’interesse, come ha raccontato ilfattoquotidiano.it nella sua inchiesta realizzata insieme a the Good Lobby, l’organizzazione non governativa che si batte per rendere più trasparenti i processi decisionali europei.

Cingolani ha accettato la nomina nel cda di Industrie Nora e resterà in carica sino alla prossima assemblea degli azionisti. “Ringrazio il professor Cingolani per aver accettato la proposta di entrare a far parte del consiglio di amministrazione di Industrie De Nora. La sua profonda conoscenza del mondo energy e il suo spirito di civil servant aiuteranno il gruppo ad essere ancora più protagonista nel percorso della transizione energetica“, ha detto Paolo Dellachà, amministratore delegato di Industrie De Nora. Lo stesso comunicato ricorda che Cingolani è stato ministro per la Transizione ecologica del governo Draghi dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022.

Il giorno dopo, il 23 ottobre, “si è unito di nuovo a Leonardo”, ricorda lo stesso comunicato. Prima di ottenere la poltrona da ministro, infatti, Cingolani era responsabile innovazione tecnologica dell’azienda. Il giorno stesso, a margine del primo Consiglio dei ministri del governo Meloni, ecco spuntare l’altro incarico per Cingolani: advisor di Palazzo Chigi per le questioni energetiche. Un consigliere della premier, un supplente del ministro Pichetto Fratin su uno dei dossier più delicati per il nuovo esecutivo. Un incarico non retribuito, come è stato subito chiarito: “Lo faccio con spirito costruttivo”, sostenne Cingolani. Per ora né lui né il governo hanno dato notizia in merito a una possibile interruzione della collaborazione.

Nel frattempo invece si parla di Cingolani come possibile nuovo amministratore delegato di Leonardo. La nomina, infatti, spetta a Palazzo Chigi che ha tempo fino al 31 marzo per decidere. Secondo quanto ha riportato Il Giornale d’Italia due giorni fa, senza essere smentito, l’ex ministro è in pole per diventare il numero 1 dell’ex Finmeccanica. Il quotidiano scrive che i suoi possibili sfidanti sono Lucio Valerio Cioffi, attuale direttore generale di Leonardo, Gian Piero Cutillo, che è a capo della divisione elicotteri, e Lorenzo Mariani, amministratore delegato di un’altra partecipata, Mbda Italia (si occupa di missilistica). L’intreccio di interessi attorno a Cingolani potrebbe ampliarsi ancora. Le porte girano.

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