Le porte girevoli tra politica e affari? Non sono un problema. Da tempo non si trovava un argomento in grado di mettere d’accordo tutti i partiti. Ma proprio tutti tutti: dalla Lega al Pd, fino a Fratelli d’Italia, Forza Italia e persino un ex ministro del Movimento 5 stelle. Sono tutti d’accordo a dire che siccome non c’è una legge che vieta ad ex ministri e deputati di andare a fare i lobbisti, è tutto regolare. Ecco perché che ilfattoquotidiano.it insieme a the Good Lobby ha lanciato una campagna per chiedere al governo una legge che fermi le porte girevoli. Un fenomeno che rappresenta una delle più deleterie pratiche che possono minare la trasparenza, l’integrità e l’equità delle istituzioni. A sintetizzare il suo punto di vista sul tema era stato già qualche tempo fa Matteo Renzi, che incalzato sui suoi legami professionali con l’Arabia Saudita aveva detto: “I regolamenti permettono di fare quello che noi stiamo facendo, io continuo a farlo nel rispetto delle leggi.

Una linea che nei fatti è condivisa praticamente dall’intero arco parlamentare. “A me non piace, ma se poi rispettano le norme…”, si limita a dire Matteo Salvini, leader della Lega. “Se la legge lo consente è tutto normale e regolare”, sottolinea il senatore del Carroccio, Armando Siri. “Questa cosa io non la chiamo porte girevoli, le scelte di vita individuale appartengono alle scelte di vita individuale”, sostiene Valeria Fedeli, senatrice del Pd. L’ex viceministro dell’Economia Antonio Misiani è ancora più sicuro: “La legge lo consente, ci sono delle regole sul cosiddeto cooling-off e sono molto rigorose, nel momento in cui si rispetta la legge va bene così”. “La legge lo consente, però uno dovrebbe rispondere alla propria coscienza e ai propri elettori e quindi valutare bene le sue scelte”, concede Vincenzo Spadafora, ex ministro dello Sport e attuale deputato del M5s. Addirittura per Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa di Forza Italia, “se uno è bravo e ha le capacità può essere addirittura un plus avere fatto un’esperienza parlamentare”. La pensa allo stesso modo Ignazio La Russa, che cita il caso del coordinatore del suo partito, Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa ed ex deputato che oggi è presidente dell’Aiad, la federazione della aziende Italiane che si occupano di Aerospazio, Difesa e Sicurezza. “Non ci trovo niente di strano che un politico come lui a un certo punto decida di tornare a fare qualcosa di diverso dal parlamentare. Poi magari tra un po’ se ci ripensa può anche ricandidarsi alle elezioni”.

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