Cultura

Alla (ri)scoperta di Tutankhamon, viaggio dentro il mondo del faraone bambino (tomba compresa). La porta per il passato? Si trova a Venezia

Fino al 1° maggio a Palazzo Zaguri la mostra "Tutankhamon, 100 anni di misteri", curata dall'egittologo Maurizio Damiano. Un'esperienza immersiva in 3D: il visitatore si trasforma in archeologo e può rivivere anche il momento dell'apertura del sepolcro come Howard Carter nel 1922. In esposizione anche oltre 1200 pezzi tra originali provenienti da collezioni egiziane e sudanesi e riproduzioni dei tesori del tumulo

di Serena Tacchini

Rompendo la quiete di un tempo immobile da tremila anni, sotto la maschera d’oro del dio Howard Carter trovò un bambino. Chiamato troppo presto a sedersi sul trono di un regno potentissimo, avrebbe dovuto essere “l’immagine vivente del dio Amon” sulla terra, invece Tutankhamon fu fragilissimo nel corpo, tanto da varcare la soglia dell’aldilà prima di compiere diciannove anni. C’è un’esattezza magnificamente geometrica nella sua tomba, luogo di confine che diventa allo stesso tempo riparo e smarrimento: quando la porta fu chiusa e sigillata, il silenzio avvolse quel piccolo sepolcro allestito troppo in fretta e il mondo dimenticò il suo piccolo re, che tremila anni dopo divenne mito.

Dalla sua inaugurazione lo scorso ottobre a Palazzo Zaguri di Venezia, la mostra Tutankhamon, 100 anni di misteri ha registrato ingressi record e sarà visitabile fino al 1° maggio 2023: era il 26 novembre 1922, il giorno in cui Howard Carter “vide cose meravigliose” guardando attraverso il foro della camera funeraria appena scoperta nella Valle dei Re, mentre Lord Carnarvon, il suo mecenate, fremeva alle sue spalle. Cento anni dopo, il futuro della tecnologia tende la mano a una delle civiltà più antiche della Storia e grazie alla realtà virtuale dei visori 3D (realizzati da Webn’Go Treviso), il visitatore-archeologo può entrare nella tomba di Tutankhamon e rivivere il momento della sua apertura. Quella fessura aperta da un giovanissimo illustratore di scavi del Norfolk è diventata uno squarcio imprescindibile negli studi e nell’immaginario comune sull’Antico Egitto. Nel suo progetto espositivo il curatore, l’egittologo Maurizio Damiano, reimmerge l’iconica figura del “Faraone Bambino” nel “fiume del tempo”, umanizzandolo nel suo contesto geografico e sociale, ma anche genetico e famigliare. Gli studi del curatore riscattano l’immagine di Tutankhamon facendo crollare le ipotesi sulla sua deformità fisica – che non gli avrebbe permesso di varcare la soglia dell’aldilà – per restituirne il ritratto di un marito e padre dai lineamenti raffinati molto simili a quelli della sua maschera funeraria.

Il visitatore naviga a vista lungo il Nilo, il fiume che ha plasmato la storia e la cultura degli egiziani, popolo che lo ha domato a fatica e che da lui è stato domato. Dal sottotetto di Palazzo Zaguri scende attraverso un imponente allestimento di 1250 reperti che, dalle radici geologiche e preistoriche fino ai martiri cristiani, restituiscono un mosaico di testimonianze tra ricerca scientifica e spettacolo.

A raccontare i tre temi fondanti dell’esistenza – la vita, la morte e la rinascita dell’anima alla vita eterna – sono i reperti originali provenienti da collezioni egiziane e sudanesi, e le 600 riproduzioni dei tesori della tomba di Tutankhamon. Trasgredendo alla lezione di Benjamin, sulla riproducibilità di manufatti (ir)ripetibili il professor Damiano ha costruito gran parte dell’esposizione veneziana, senza avvertire alcuna “perdita d‘aura”, anzi, ben venga se si tratta di sacrificarla a fini didattici e divulgativi. Così il curatore, scavalcando a piè pari la questione estetica, si è focalizzato su un più democratico accesso ai beni culturali tramite l’uso nei musei della replica certificata, anche se pericolosamente indistinguibile dall’originale. A riprodurre l’arte stavolta non sono i mezzi di comunicazione di massa, ma uno stuolo di abilissimi artigiani della Horus Limited, finanziati con investimento ministeriale milionario per salvaguardare gli originali non più autorizzati a lasciare Il Cairo.

Una mostra in cui il peso dei millenni si fa leggero, come la piuma che Anubi metteva sul piatto della bilancia insieme al cuore del defunto. L’esposizione veneziana avrà forse perso l’aura sdoppiando gli originali in repliche ma ha acquistato qualcosa di nuovo, la loro diffusione, la possibilità di passare dal qui e ora per pochi viaggiatori al dovunque e sempre per tutti. Senza più mettere a repentaglio l’incolumità di oggetti che accusano il peso di tre millenni di esistenza, sibille mute che continueranno a parlare a chi saprà porre loro le domande giuste.

***

Info

Tutankhamon | Cent’anni di misteri, 1922-2022
Dove | Palazzo
Quando | Fino al primo maggio 2023
Orari | Tutti i giorni – Lun-ven dalle 11 alle 18 – Sab-dom dalle 10 alle 19
Biglietti | Intero 16 euro, ridotto 14
Web | www.palazzozaguri.it

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