Il Parlamento in ritardo sulla costituzione della commissione Antimafia cerca di accelerare. Anche se non riuscirà a essere formata in tempo per esaminare i candidati alle prossime elezioni Regionali, le forze politiche provano a rimediare al colpevole ritardo. Il testo, in quota opposizioni e a prima firma di Cafiero De Raho dei 5 stelle, è passato in commissione Affari costituzionali con l’astensione della maggioranza ed anche del Terzo Polo che non ha votato insieme a Pd e M5s. Ed è passato in extremis. Il provvedimento è atteso in Aula il 27 gennaio, ma “le opposizioni si sono presentate con 3 testi diversi e si sono messi a litigare tra loro per arrivare a un testo unificato. Si è rischiato di rinviare tutto e non sarebbe stato un bel segnale…”, ha dichiarato il leghista Igor Iezzi all’Adnkronos.

Uno dei motivi di tensione è stato sui numeri della commissione. Il testo del M5s prevede infatti di mantenere lo stesso numero di membri della passata legislatura, ovvero 50 componenti. Ma alla luce del taglio del numero dei parlamentari, il Terzo Polo chiedeva di abbassare i membri a una trentina. “Noi ovviamente siamo d’accordo all’istituzione della commissione Antimafia e questo sia chiaro -dicono da Iv- ma i 5 Stelle hanno preteso 50 membri come prima del taglio da loro voluto. Noi e il Pd eravamo per ridurli a 30-32. Non se ne capisce la ragione, forse i 5 Stelle hanno bisogno di posti?”. Da esponenti del Terzo Polo si apprende che in realtà la decisione di fare un passo indietro sul provvedimento sarebbe stata presa perché “il Pd prima dice che non avrebbe accolto il testo proposto dai 5 stelle e poi invece dà parere favorevole all’accoglimento venendo meno all’accordo preso”. Il fatto, si spiega invece tra i Dem, è che se non si fosse arrivati ad un testo unificato delle opposizioni ci sarebbe stato un rinvio. E questo lo si voleva scongiurare “in ogni modo”.

Accogliendo le proposte del M5s si è consentito che si arrivasse oggi all’adozione del testo base e che si accelerassero i tempi per l’istituzione dell’Antimafia. Tra le novità introdotte con il provvedimento adottato c’è la possibilità di occuparsi non solo di mafia, ma anche di massoneria, come chiesto dai 5 stelle, e c’è anche l’allargamento dello spettro intimidatorio nei confronti dei giornalisti. La Bicamerale, insomma, si potrà occupare anche delle minacce che arrivano al mondo dell’informazione non solo da parte della mafia, ma anche da parte di associazioni collegate più o meno occulte. In più, si allarga il campo d’azione della commissione: oltre alla criminalità organizzata anche le agromafie, il caporalato, la gestione dei Fondi Ue. L’ufficio di presidenza, poi, si intende rinnovato dopo il primo biennio e i componenti possono essere riconfermati.

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