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“Hanno scagliato 40 piccioni contro un’auto in corsa”: il regista Michael Bay a processo. Ecco cosa è accaduto sul set

Secondo l'accusa, gli imputati - accusati di maltrattamento - sottoponevano gli animali "per crudeltà e senza necessità a sevizie e comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche".

di F. Q.

I protagonisti della storia sono quaranta piccioni. Loro, adesso, sono tornati al loro posto, lo Zoo Grunwald di Anguillara Sabazia (Roma), ma quattro persone restano a processo. Tra gli imputati c’è anche Michael Bay, noto regista di Transformers, Armageddon, Ambulance. L’accusa è quella di maltrattamento di animali: una di quelle che negli Stati Uniti rischia di rovinare la carriera, soprattutto se si tratta di personaggi pubblici.

La seconda sezione del Tribunale monocratico di Firenze dovrà stabilire se Michael Bay, Edoardo Martino, socio dello Zoo Grunwald, Costei Padurariu e Giancarlo Alpini abbiano maltrattato i piccioni, che rientrano in una specie protetta. La vicenda giudiziaria è nata grazie ad un agente della polizia municipale che era presente durante le riprese di “6 Underground”. Il protagonista del film è Ryan Reynolds. L’agente di polizia – ad agosto del 2018 – guardava dalla finestra quello che succedeva sul set. Rimase colpito da una scena d’azione: un’auto lanciata a folle velocità per le vie di Firenze.

Gli imputati sono accusati di aver gettato con forza contro il parabrezza della vettura in movimento diversi piccioni. A rappresentare l’accusa nata dalla denuncia dell’agente di polizia è la pm fiorentina Christine Fumia Von Borries. Secondo l’accusa, gli imputati “sottoponevano in tal modo per crudeltà e senza necessità circa 40 piccioni a sevizie e comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”.

Scagliavano con violenza e in modo diretto ad ogni passaggio dell’auto dato che la scena veniva ripetuta 6/7 volte tali piccioni contro il parabrezza e il paraurti di tale vettura. Questi, quindi, subivano un fortissimo urto contro il proprio corpo, ruotavano su se stessi, perdevano numerose penne”. Ma la difesa di Bay, l’avvocato Fabrizio Siggia, è di tutt’altra idea: “Da convinto animalista Bay ha rispettato tutte le regole del caso2.

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