di Vincenzo Vespri*

A proposito della riforma dell’insegnamento delle materie Stem, aggiungo delle osservazioni relative all’articolo del Professor Massimo Ferri Astrazione o realtà? Le parole di Valditara sulle discipline scientifiche mi fanno rabbrividire”.

In Italia, come riportato dai test Ocse-Pisa (siamo solo ventinovesimi su trentasette paesi), vi è una forte carenza di competenze Stem che rischia di minare la nostra competitività. Emmanuel Macron, per una situazione più o meno comparabile, ha parlato addirittura di emergenza nazionale.

È esperienza comune di noi docenti universitari imbattersi in qualche studente che non sappia sommare correttamente due frazioni o che non abbia idea di come si calcoli una percentuale. È grave che molti adolescenti accumulino, a scuola, carenze importanti nelle materie scientifiche perché così verrà, di fatto, preclusa loro l’iscrizione a corsi di laurea Stem; ciò indipendentemente dalle loro predisposizioni naturali.

È presumibile suppore che la strategia migliore per contrastare queste performance deludenti e preoccupanti sia quello di prendere spunto dalle azioni intraprese dalle nazioni più virtuose. Senza voler citare Singapore o la Finlandia (per il momento obiettivi al di fuori della nostra portata), gli interventi intrapresi dagli Uk (adozione del metodo cinese) e dalla Francia (approccio basato sui 21 punti formulati da Cedric Villani e messi in atto da Charles Torossian) hanno in comune un approccio basato sulla realtà.

1. Si modellizza il problema
2. Si risolve il problema
3. Si astrae il problema trovando un metodo generale
4. Si applica poi il metodo in contesti analoghi

In questo modo, l’astrazione matematica non è più fine a sé stessa, ma è figlia della realtà. Assolutamente in linea a quanto affermato dal Premio Nobel Giorgio Parisi quando, in un recente articolo, ha scritto che in classe si insegnano moltiplicazioni e divisioni, ma non quando e perché farle. La matematica, per piacere ai nostri studenti, deve essere utile nel senso che deve essere uno strumento che serve per capire la realtà, e invece (a scuola) resta inutilizzata.

La posizione espressa dal ministro Giuseppe Valditara relativa all’insegnamento della matematica è in piena sintonia con le indicazioni di Giorgio Parisi: non propone infatti di cancellare l’astrazione dalla matematica, ma valorizzarla con un approccio pedagogico diverso da quello di un’astrazione slegata dalla realtà e dalle applicazioni. Ciò, al fine di evitare che ci siano troppi adolescenti condannati a odiare le materie scientifiche a causa di un approccio didattico funzionale solo per chi sia già predisposto per la matematica e per l’astrazione. In Uk e in Francia questo approccio è servito a migliorare le competenze scientifiche. Perché non dovrebbe funzionare anche da noi?

Ergo, tutti noi (studenti, genitori, docenti, dirigenti scolastici, professori universitari, accademie, sindacati, etc) dovremmo cercare di aiutare il ministro per la realizzazione di questa riforma, con proposte serie e non con critiche sterili che non cambiano di una virgola i dati negativi dell’attuale status quo. Una scuola che funziona non è né di destra né di sinistra! È di tutti noi.

*Professore Ordinario di Analisi matematica Università degli studi di Firenze

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