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Pinguini Tattici Nucleari a FqMagazine: “C’è chi ci critica per il nostro tour negli stadi? Lo capiamo. Eravamo spaventati, ma i risultati e i sold out ci sono”

Anticipato dai singoli “Giovani Wannabe” (triplo platino) e “Ricordi” (certificato platino e per la sesta settimana consecutiva primo in classifica radio EarOne), il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari “Fake News” raccoglie, in 14 brani, il racconto degli ultimi due anni della band

di Andrea Conti

L’ultimo Ep “Ahia!” ha collezionato quattro dischi di platino, sold out per il tour nei palazzetti e quello estivo, oltre un miliardo di stream sulle piattaforme digitali. Sono solo alcuni numeri dei Pinguini Tattici Nucleari, che tornano alla carica con i 14 brani inediti di “Fake News”, anticipato dai singoli “Giovani Wannabe” (triplo platino) e “Ricordi” (certificato platino). Canzoni che scavano ancor più dentro i sentimenti, gli umori, le paure e anche l’ironia della band. L’attesa per il ritorno al live cresce, guardando i numeri di biglietti venduti per i dieci concerti negli stadi di questa estate (al via il 17 luglio 2023): oltre 300mila biglietti venduti con già un sold out all’Olimpico di Roma e a San Siro di Milano. Data zero al Parco San Giuliano di Mestre (Venezia), dove sono attese 45mila persone.

Perché il titolo “Fake News?
Ci siamo ritrovati a parlare di questo tema e della responsabilità dei giornalisti. È stupefacente come le fake news possano inquinare il dibattito politico e sociale di qualsiasi tipo di una società moderna. Noi puntiamo ad un album vero e referenziale. Per il singolo ‘Ricordi’ mi sono ispirato alla notizia di un nuovo farmaco per l’Alzheimer, ne ho parlato prima con un neurochirurgo, mi sono informato.

Cosa ha ispirato questo disco?
Abbiamo alzato l’asticella per parlare di noi e non solo. C’è anche stato un periodo terribile legato alla pandemia e inevitabilmente nelle nostre canzoni c’è anche il senso di solitudine. L’aspetto comunitario è stato importante perché prima di tutto siamo una band e un insieme di persone. Ci piace l’idea che sia una comunità a condividere i problemi della vita e non un singolo.

Si parla di solitudine degli adolescenti in Hikikomori. Ragazzini chiusi nella propria stanza, isolati dal mondo esterno. Come uscirne?
Anche questa è una delle cause della pandemia. Non è un modo sano di vivere in generale e uscire dall’isolamento umano è possibile entrando nella comunità, condividendo gli incontri. Questo fenomeno viene dal Giappone, ma riguarda tutto il mondo occidentale. Si sta facendo un errore grossolano…

Quale?
Accusare i ragazzi di pigrizia. Errore gigantesco di una società odierna basata ancora sulla performance e la competizione. Quindi le ‘vittime’ di questo male hanno una distorsione della realtà. Ecco perché la gente non si sente a proprio agio nella società. Bisogna ripensare e rivedere tutti i canoni. Noi non vogliamo solo esempi di chi ha avuto successo nella vita, ma anche di chi senza il minimo successo vive serenamente lo stesso.

“Non sono cool” prende in giro i canoni di giudizio di certa discografia. Voi, ad esempio, non siete stati considerati cool per gli stadi. Perché?
Abbiamo letto alcuni articoli di gente che ha storto il naso per il nostro tour negli stadi. Ci sono state anche tante critiche e posso anche capirle, anzi fa quasi piacere ci siano. Noi eravamo molto spaventati all’idea di fare gli stadi, ma sta succedendo davvero qualcosa di grande. I risultati ci sono coi primi sold out e sta uscendo un disco nuovo che potrebbe convincere altra gente a venire e a vederci. Alla fine a noi importa far concerti, lavorare sodo – come ci insegna la nostra cultura bergamasca – e avere un grande team (anzi uno ‘squadrùn’) intorno a noi.

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