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“Sono sfacciatamente ricco. Ho un’accumulazione di capitali che non dovrebbe essere permessa”: il comandante e medico Enrique Piñeyro si racconta

Nel suo spettacolo che è finalmente arrivato a Milano al teatro Lirico, insegna come non avere paura di volare dopo 11 anni come pilota in aerei di linea: "Mi piace portare numeri. Nel 2017 sono state trasportate 4 miliardi di persone in 38 milioni di voli e non è morto nessuno. Ma nello stesso anno sono morte 256 persone per cacciare Pokemon. Nel 2013 sono morte in incidenti stradali 1 milione e 350 mila persone, 25 mila sono state sbranate dai cani, 810 mila hanno perso la vita per le zanzare, 710 mila per incidenti domestici..."

di Simona Griggio

Possiamo chiamarla Comandante?Enrique Piñeyro per 11 anni ha ‘volato’ aerei di linea. In gergo non si dice ‘pilotare’ ma ‘volare un aereo’, svela. È anche medico, attore, produttore e regista. E pure filantropo: “Ho acquistato e donato all’Ong Open Arms una nave e due aerei”, racconta. Dalla sua esperienza di pilota e regista nasce “Volare è umano, atterrare è divino”. Uno show teatrale multimediale che dopo il successo in Argentina e in Spagna arriva al teatro Lirico di Milano per una sola data: stasera 12 novembre.

In scena c’è una vera e propria cabina di pilotaggio. E una simulazione di volo dall’effetto cinematografico. Poi lo spettacolo prosegue fra proiezioni e monologo umoristico. L’obiettivo? Tranquillizzare e al tempo stesso divertire chi ha paura di volare. “Il primo obiettivo però – avvisa il comandante – non è garantito. Il secondo invece sì”. Piñeyro con il suo humor pungente contrappone i rischi della vita quotidiana sulla terra a quelli del volo.

Il suo show si apre con la simulazione di un incidente: le sembra il modo di far passare la paura dell’aereo?
Proprio a partire dalla mia esperienza nella cabina di un Boeing 737-200, un aereo che ho volato tantissime volte, faccio capire al pubblico che gli standard di sicurezza dei voli è di gran lunga superiore a quello della nostra vita sulla terra. Nell’aeronautica tutto è sotto controllo: la storia di un aereo è tracciabile da tonnellate di documenti (oggi digitali), compresi quelli della manutenzione preventiva. Per assurdo (sorride, ndr) è più facile schiantarsi mentre si va all’aeroporto in auto che a bordo di un aereo.

A quali altri pericoli terrestri fa riferimento nel suo spettacolo?
Mi piace portare numeri. Nel 2017 sono state trasportate 4 miliardi di persone in 38 milioni di voli e non è morto nessuno. Ma nello stesso anno sono morte 256 persone per cacciare Pokemon. Nel 2013 sono morte in incidenti stradali 1 milione e 350 mila persone, 25 mila sono state sbranate dai cani, 810 mila hanno perso la vita per le zanzare, 710 mila per incidenti domestici. Sa quante persone muoiono all’anno per incidenti aerei? In media 348 persone. Mentre da 5 a 15 per aggressione degli squali. Ma la cinematografia ci sguazza: squali assassini e aerei che cadono sono un classico.

Il suo spettacolo è anche molto umoristico: come nel film L’aereo più pazzo del mondo?
Lo show è una commedia. Se devo essere sincero quello è un film che mi piace molto. Si avvale di un linguaggio tecnico preciso che solo noi piloti riconosciamo. Qualche esempio: quando i piloti parlano di ‘volare strumentale’ (ovvero senza riferimenti della terra visibili) e per far ridere cominciano a suonare strumenti musicali, solo noi comprendiamo bene la battuta. Persino il rombo che si sente nel film è un elemento preciso messo apposta per far ridere chi lo capisce: pur trattandosi di un jet il suono è quello di un aereo a elica.

Comandante, che aerei ha pilotato?
Boing 737 e Saab 340, ad altezza di 13 mila e 100 metri con 120 passeggeri a bordo. Lavoravo per la linea regionale argentina Lapa. Ho lasciato la compagnia nel 1999, due mesi prima del peggior incidente argentino mai avvenuto. Ero già in rapporti insostenibili con la compagnia e avevo già denunciato la mancanza di manutenzione dei mezzi e di adeguata istruzione dei piloti. Ne seguì un processo con due condanne. Poi la compagnia è fallita.

Ha mai avuto emergenze da gestire? E paura?
Paura no. Tensione sì. Ho affrontato diverse emergenze. Mi è capitato di dover gestire situazioni di rischio. Tre guasti al motore e tre pressurizzazioni. Ma se sono ancora qui è segno che ho risolto (ride, ndr). Come? Applicando di volta in volta le procedure di emergenza apprese nelle simulazioni. Sto parlando della compagnia per cui lavoravo. Volavo aerei che sapevo funzionanti ma evidentemente c’erano situazioni tecniche che venivano nascoste. Altrimenti non ci sarebbe stato alcun rischio.

Lei è anche un medico: una fortuna per i suoi passeggeri…
Ho la passione del volo da quando avevo tre anni. Ma ho studiato medicina finendo per esercitare un doppio lavoro. Uscivo dall’ospedale e indossavo l’uniforme. Poi mi sono specializzato in medicina aeronautica. Un settore specifico che si occupa di studiare gli effetti sul corpo di pressione, radiazioni cosmiche, scarsa concentrazione di ossigeno. Per rispondere alla sua domanda, se qualcuno dovesse chiedere ‘c’è un medico a bordo?’, potrei rispondere: ‘il comandante arriva subito, mette il pilota automatico e arriva”.

Pilota, medico e anche regista…
Ho realizzato un lungometraggio sull’incidente avvenuto in Argentina pochi mesi dopo le mie dimissioni. S’intitola “Wisky Romeo Zulu”, che è la sigla per esteso della matricola dell’aereo che ha subito l’incidente. Sono morte 65 persone. E’ una fiction di cui sono protagonista e regista. A questa è seguito anche un documentario sull’incidente.

Lei ha comprato due jet e una nave per regalarla alla Ong Open Arms: quanto ricco è?
Sfacciatamente ricco. Ho comprato due aerei di lusso, pagando una cifra oscena, lo ammetto. E uno yacht. Ora non sono più mezzi di lusso. La collaborazione con Open Arms è nata durante la pandemia. Ma prima era già nata la mia Ong Solidaire. Trasportiamo rifugiati dai posti di guerra. Profughi. Recentemente gli aerei hanno portato più di tre mila ucraini in Italia, Spagna e Canada.

Come è diventato tanto ricco?
Pratico il capitalismo dirompente. Ho un’accumulazione di capitali che penso non dovrebbe essere permessa. Ma di fatto lo è. Pur pagando tutte le tasse ho accumulato una ricchezza sfacciata. Ho diverse società, tutte con lo stesso nome Anchoita, in campi diversi, dalla produzione di film all’aviazione alla ristorazione. Ho imparato da mio nonno a investire. Tutto qui. Nel capitalismo nessuno diventa ricco col lavoro. Alcuni con procedure discutibili, altri come me imparando a investire.

Cosa si prova a vedere la terra dall’alto?
È speciale, i paesaggi che si vedono dall’alto sono pura magia. Quando piove, con la luce dei fari, ci arrivano le gocce in orizzontale. Sembra di essere in una scena di Guerre Stellari. E poi ci sono i fuochi di Sant’Elmo, fulmini blu indescrivibili a 900 km all’ora. Da Seul a Buenos Ires in 20 ore e 19 minuti si vedono due tramonti e un’alba. Se vai a Sidney e poi a Tahiti e ripeti il Capodanno. Questa è la mia poesia. Non è pazzesco?

“Sono sfacciatamente ricco. Ho un’accumulazione di capitali che non dovrebbe essere permessa”: il comandante e medico Enrique Piñeyro si racconta
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