Dopo le cariche e le manganellate della polizia di una settimana fa, davanti alla facoltà di Scienze politiche, circa trecento studenti sono tornati a manifestare per le strade della cittadella universitaria de “La Sapienza” di Roma.Per un’altra università” è stato il messaggio rilanciato sullo striscione di testa. “Non dobbiamo avere paura della polizia e della Digos, non ci va di essere manganellati, queste sono le nostre strade”, hanno rivendicato, sfilando sfilando davanti le facoltà di Lettere, Fisica, Scienze politiche e al Rettorato, tra slogan come “Fuori le guardie dall’Università” e “Siamo tutte e tutti antifascisti”. E rivendicando spazi adeguati e sicurezza nei tirocini.

Ma non solo, perché dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del ‘Decreto Rave‘, con le polemiche legate alla possibilità che questo finisca per colpire anche proteste e occupazioni dentro Università, fabbriche e non solo, ora gli studenti chiedono che il provvedimento – difeso dall’esecutivo Meloni – venga ritirato dal governo. E non solo modificato, così come invece vorrebbe la maggioranza di centrodestra, dopo le aperture di Forza Italia ad emendare il testo in Aula, con l’idea di abbassare le pene per evitare le intercettazioni, e definire meglio il reato. “Non bastano le modifiche, il problema è la ratio della legge, vogliono colpire il dissenso“, rivendicano gli studenti, che martedì prossimo torneranno a protestare contro lo stesso ‘decreto rave’ a Giurisprudenza.

“Siamo felici che le opposizioni e una certa sinistra istituzionale ora si schierino contro, ma le conosciamo. C’è anche chi si è subito dichiarato pronto a collaborare con questo governo. E il Pd negli ultimi 10 anni è sempre stato all’esecutivo, la repressione non parte certo oggi”, contestano pure gli studenti. Tradotto, avvertono, “saremo noi la vera opposizione all’esecutivo Meloni“. A manifestare, insieme agli studenti, c’era anche una delegazione dei lavoratori ex Gkn, che da oltre un anno e mezzo, insieme ad altri componenti dell’ex fabbrica, hanno dato vita a un’assemblea permanente: “Sono sedici mesi che lottiamo, non ci farà paura il decreto del governo”. Il corteo si è poi concluso, uscendo dalla cittadella universitaria verso il Policlinico: “L’università deve essere un luogo sicuro, non si può essere vittime di violenza. Intollerabile che chi dovrebbe accompagnarti nella tua formazione, sia lo stesso che ti violenta”, hanno quindi attaccato le manifestanti e gli studenti, riferendosi all’episodio di violenza sessuale subita da una tirocinante.

Dopo un flash mob contro la violenza di genere, il corteo dei collettivi è rientrato nella cittadella universitaria e si è sciolto sul “pratone” universitario. Un nuovo appuntamento è già in agenda con la mobilitazione del 18 novembre, alla quale parteciperanno anche gli studenti delle scuole superiori.

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