di Alessandro Perego (presidente del Tavolo di lavoro per il clima di Luino)

Attivisti e climatologi sono concordi nel ritenere che, al fine di contrastare efficacemente gli effetti del riscaldamento globale, è oggi necessaria una strategia climatica strutturata su due livelli: al livello più alto l’intervento tempestivo della politica, al livello più basso l’azione concreta dei singoli individui.

La marginalità politica cui è relegato il problema del cambiamento climatico dimostra chiaramente che quanto stiamo facendo non è sufficiente. Molte persone volenterose e sensibili al problema avvertono la necessità di organizzarsi attivamente per andare oltre la protesta, ma nonostante le buone intenzioni, non sanno da che parte cominciare. Questo breve testo racconta l’esperienza del Tavolo di lavoro per il clima di Luino con l’obiettivo di fornire al lettore interessato gli elementi essenziali che hanno reso il nostro modello vincente, nella speranza che gruppi di lavoro simili nascano in altri territori.

Come è nato il Tavolo? Nel 2020 alcuni giovani attivisti di Fridays for future Luino hanno chiesto un incontro alle giunte comunali del territorio per presentare la Dichiarazione di emergenza climatica. Sottoscrivendo la Dichiarazione, i comuni si impegnavano a costituire un Tavolo per il clima, aperto a tutti i cittadini volontari disposti ad impegnarsi, al fine di elaborare un Piano d’azione, cioè una serie di azioni concrete per ridurre le emissioni di CO2. Questo il primo passo, che porta alla nascita del Tavolo in data 5 marzo 2021. Ci siamo dati un regolamento, abbiamo eletto un presidente e un vicepresidente e ci siamo organizzati in laboratori: energia, mobilità, cibo e ambiente per studiare azioni relative ai settori principali di emissione, laboratorio comunicazione per informare la popolazione sulle attività del Tavolo. Ogni laboratorio ha un referente, ci si incontra una volta alla settimana, si discute, si decide, si redige un verbale che viene condiviso con gli altri laboratori. I referenti dei laboratori e altre persone interessate partecipano alle riunioni del Tavolo vero e proprio, con cadenza bisettimanale. L’obiettivo di queste riunioni è fare il punto della situazione e decidere i passi successivi: il Tavolo è l’organo di indirizzo dei laboratori.

Questo modello sta funzionando? Siamo attivi e presenti sul territorio, abbiamo incontrato il Prefetto di Varese su nota del Presidente della Repubblica, il nostro piano d’azione – comprendente 13 azioni in grado non solo di ridurre le emissioni, ma anche di produrre vantaggi economici e lavoro nel territorio – è stato integralmente approvato dalla giunta comunale di Luino. Gli elementi che spiegano il successo del Tavolo sono molti. Ecco a mio avviso i tre fondamentali:

1) forte radicamento nella società civile storicamente più attiva e nell’associazionismo a garanzia di impegno e conoscenza del territorio, in particolare delle sue dinamiche sociali e politiche;

2) Gruppo intergenerazionale. L’energia dei giovani è fondamentale, ma lo è anche l’esperienza di chi da anni studia il cambiamento climatico, di chi sa interfacciarsi con la P.A. e come si risponde ad un bando;

3) libera partecipazione e competenze. Sembra una contraddizione, eppure non lo è. Nei nostri laboratori ognuno ha trovato il proprio posto e, di contro, abbiamo trovato tutte le competenze necessarie tramite libera adesione: giornalisti e insegnanti nella comunicazione, ingegneri e tecnici nell’energia e nella mobilità, esperti di alimentazione e persino cuochi nel laboratorio cibo.

Serve davvero il nostro lavoro, o è “una goccia nel mare”? Qualsiasi politica nazionale, per essere efficace, deve essere implementata a livello locale. E’ qui che entrano in gioco i Tavoli per il clima. Certamente da soli non faremo la rivoluzione né cambieremo il mondo, tuttavia, se il modello si diffonderà su larga scala, insieme daremo una spinta importante. I risultati raggiunti dal Tavolo per il clima di Luino con il suo lavoro quotidiano dimostrano che tutto questo è possibile.

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