Fosche nubi si addensano sulla prosecuzione della guerra in Ucraina. Infatti, dopo il bombardamento russo su Kiev e altre città di questo Paese, i militari ucraini hanno risposto bombardando città russe di confine. Intanto gli Usa promettono l’invio di armi, fra le quali anche missili a lunga gittata. Quella che si profila è dunque un’escalation che rende ancora più forte il timore di un olocausto globale con l’uso delle armi nucleari.

Da notare inoltre che al Congresso cinese per il rinnovo del leader del Partito comunista, Xi Jinping, che certamente sarà rieletto, ha ribadito che Taiwan fa parte della Repubblica popolare Cinese e che sarà ricongiunta alla madrepatria, in ultima analisi, con la forza.

In Italia siamo alla rottura per molti versi sconcertante tra Silvio Berlusconi, il quale pur avendo ormai un partito di piccole dimensioni continua a sentirsi il padre padrone della politica, e Giorgia Meloni, che egli considera – forse in quanto donna – in una posizione ancillare rispetto a lui. Meloni, comunque, ha dimostrato fermezza, facendo eleggere Presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa, noto per le sue tendenze fascistoidi, e alla Camera Lorenzo Fontana, noto tra l’altro per il suo atteggiamento ostile contro gli immigrati.

Tuttavia ora sta prevalendo il forte interesse di tutti a occupare posti di governo e sarà d’obbligo che Berlusconi e Meloni si accordino sulla lista dei ministri. Da parte sua Mattarella mira ad assicurare un governo stabile e sembra propenso a dare il mandato per la costituzione di questo al Meloni soltanto se la destra si presenta unita in modo da costituire una maggioranza solida. In caso contrario egli potrebbe dare un mandato esplorativo proprio a Ignazio La Russa, oppure procedere alla costituzione di un governo tecnico, ovviamente con Draghi come Presidente del Consiglio dei Ministri.

Non è dubbio che il voto a Fratelli d’Italia da parte degli italiani sia da interpretare come una richiesta di cambiamento, ma, come sempre è accaduto, tutto tende in sostanza a restare immutato. Ed è veramente sorprendente che si torni a parlare di Draghi, il quale, come ultimo atto del suo governo, ha deliberato, con il ddl Anziani, un disegno di legge delega che prevede una ghettizzazione dei malati cronici terminali, i quali costituirebbero una categoria a sé e sarebbero curati dal servizio sanitario nazionale solo entro i limiti delle possibilità finanziarie (solo il 4% dei malati cronici), in modo che superati detti limiti rimanessero abbandonati a se stessi o alle improbabili cure delle loro famiglie, il più delle volte indigenti.

Come si nota il cinismo neoliberista continua a farsi strada colpendo un popolo confuso e smarrito. La salvezza resta solo nell’attuazione della Costituzione, ma si fa sempre più difficile trovare “chi ponga mano ad essa”.

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