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Alfonso Signorini, un’ex compagna di liceo gli scrive una lettera: “Ora posso confessarlo, avevo una cotta per te”. Lui replica così

Il conduttore e direttore del settimanale Chi ha ricevuto, tra la sua posta, anche la lettera di una donna di Varese, la signora Emanuela, sua ex compagna di liceo, che ha trovato solo adesso il coraggio di confessargli la sua infatuazione giovanile

di F. Q.

Scambio epistolare dal sapore d’altri tempi sul settimanale Chi. Alfonso Signorini ha ricevuto, tra la sua posta, anche la lettera di una donna di Varese, la signora Emanuela, sua ex compagna di liceo, che ha trovato solo adesso il coraggio di confessargli la sua infatuazione giovanile. “Carissimo Alfonso, quanto tempo è passato! Sono Emanuela, tua ex compagna di classe al liceo – esordisce nella missiva -. Tu certo non ti ricorderai di me, ma io sì. Anche perché sarebbe impossibile non farlo, visto il lavoro che fai. Ti ricordi quando insieme siamo andati a Vercelli per incontrare la mitica professoressa Cerutti? Che avventura quel giorno… Sai, da tempo avevo una domanda da farti. E, ora che ho trovato il coraggio, ti chiedo: che cosa è rimasto di quel ragazzino, studioso, un po’ sognatore e malinconico, terribilmente timido che ho conosciuto? Quanto ti hanno cambiato, se ti hanno cambiato, la vita e il lavoro che fai? Ti abbraccio e, dopo tanti anni, adesso te lo confesso: mi ero proprio presa una cotta per te…Emanuela, Varese”.

Parole cariche d’affetto e memorie a cui il conduttore del Grande Fratello Vip e direttore del settimanale ha prontamente risposto, rivelando a sua volta di essersi accorto già all’epoca del suo interesse nei suoi confronti: “Cara Emanuela, certo che mi ricordo. E sono bei ricordi – scrive Alfonso Signorini -. La vita non mi ha per niente cambiato. Sono rimasto un romantico sognatore, studioso per il tempo che mi concedo, con una riservatezza di fondo che mi porta a isolarmi forse un po’ troppo. Poi, per contrappasso, faccio il lavoro più esposto del mondo, che a volte favorisce il disincanto e un pizzico di cinismo. Tant’è. Ma, grazie al cielo, l’essere quel che siamo non rende mai superficiale la nostra leggerezza e le nostre malinconie non cedono (quasi) mai alla tristezza. Ti abbraccio e… quanto alla tua cotta… beh, me ne sono accorto subito…“, conclude.

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