Mentre in Italia si tentenna nel varare un intervento da una decina di miliardi, il governo tedesco si è accordato sull’introduzione di un tetto al prezzo del gas pagato da famiglie e imprese. La differenza sarà a carico dello stato nell’ambito di un intervento dal valore compreso tra i 150 e i 200 miliardi di euro. Il governo attingerà al Fondo di stabilizzazione economica, che non fa parte del normale bilancio federale. Un gruppo di esperti elaborerà i dettagli del limite di prezzo. “Il prezzo del gas deve andare giù”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, annunciando il provvedimento. Alla luce di quel che è accaduto ai gasdotti Nord Stream è chiaro che “presto il gas non sarà più rifornito dalla Russia. Questo significa anche che scomparirà la prevista “Gasumlage”, il supplemento gas in bolletta che doveva aiutare le aziende energetiche in difficoltà. La misura doveva entrare in vigore il 1 ottobre, ma sarà annullata perché “non serve più”, come ha detto oggi il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck. Il governo vuole ora aiutare direttamente le aziende. Il colosso Uniper, maggior importatore tedesco di gas russo, è del resto già in corso la nazionalizzazione.

La Germania è però ben preparata al cambiamento della situazione” ha aggiunto il cancelliere tedesco. “Ci troviamo in una guerra dell’energia“, ha detto il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner. “Con l’attacco ai gasdotti la situazione si è decisamente inasprita”, ha aggiunto. Putin vuole “distruggere molto di quello che le persone per decenni hanno costruito” in Germania. “Noi non possiamo accettarlo e ci difenderemo“, ha scandito Lindner. Il freno al prezzo del gas deciso oggi “è una chiara risposta a Putin, ma anche una chiara segnalazione al Paese. Noi siamo economicamente forti, e questa forza economica la mobilitiamo, quando serve, come adesso”.

Secondo l’Agenzia tedesca delle reti, nell’ultima settimana il consumo di gas di famiglie e piccole imprese è stato significativamente superiore al consumo nello stesso periodo dello scorso anno. La settimana è stata anche più fredda. I dati sono “molto preoccupanti”, perché “senza un considerevole risparmio, anche nel settore privato, sarà difficile evitare una carenza di gas in inverno”, ha affermato il presidente dell’Agenzia, Klaus Mueller. Secondo Mueller, grazie ai serbatoi gas ben riempiti (al 92%, ndr), si potrà superare l’inverno senza danni, ma, appunto, sarà necessario risparmiare e “questo dipenderà da ogni singolo individuo”.

Il fronte europeo – La mossa tedesca spiazza gli altri paesi europei. Domani è in programma il vertice straordinario dei ministri dell’Energia dell’Ue in cui dovrebbero essere decisi provvedimenti da adottare congiuntamente ma Berlino ha deciso di muoversi da sola. Le trattative erano già prima complicate. “La proposta di un price cap allo stesso livello per tutto l’import del gas è una misura radicale che comporta rischi significativi legati alla sicurezza di forniture di energia”, hanno sottolineato fonti Ue spiegando il testo presentato ieri sera dalla Commissione sugli interventi sul mercato dell’energia. “E’ una valutazione di bilanciamenti, vantaggi e rischi. Non credo che stiamo dicendo ‘no a 15 Paesi membri, diciamo che è meglio mettere un price cap al gas russo e negoziare” con i singoli fornitori i prezzi dell’energia, aggiungono le stesse fonti.

“Diversi paesi membri” tra quelli che da settimane chiedono una proposta Ue sul price cap su tutte le importazioni di gas, “stanno diventando sempre più nervosi per la mancata reazione della Commissione europea, è un dato di fatto”, afferma un alto funzionario europeo alla vigilia della riunione straordinaria dei ministri dell’Energia. La richiesta di un price cap generalizato contenuta in una lettera indirizzata all’esecutivo Ue firmata da 15 stati, tra cui l’Italia, è stata avanzata “per esercitare pressioni sulla Commissione”, tuttavia – sottolinea la stessa fonte – “al tavolo” dei Paesi membri “non c’è una voce univoca”.

La Commissione Ue proporrà “entro metà ottobre”, dopo aver raccolto i pareri dei governi, un aggiornamento del quadro temporaneo di crisi degli aiuti di Stato per continuare a sostenere l’industria e le aziende. Lo scrive la Commissione europea nel documento presentato ai paesi membri. “La Commissione garantirà” che le attuali disposizioni in vigore “rimangano adeguate alla luce della situazione di mercato altamente instabile e continuino a consentire agli Stati membri di fornire il sostegno necessario e proporzionato alla loro economia, anche mediante garanzie statali”. “Siamo in modalità di crisi e quindi contiamo che con l’aiuto degli operatori potremo costruire un indice complementare dei prezzi del gas in tempi ragionevoli“. Lo affermano fonti della Commissione europea circa i piani per diminuire i prezzi del gas, che prevedono anche un intervento per ridurre l’influenza del Ttf olandese sulla formazione delle quotazioni del combustibile in Europa. Nelle proposte che saranno illustrate domani ai ministri dell’energia, la Commissione proporrà di costruire un nuovo indice basato sulle transazioni di Gnl, che dovrebbe essere disponibile agli operatori prima dell’inverno.

Servono “misure urgenti più immediate ed efficaci” per attenuare “l’impatto del prezzo del gas naturale sulla competitività industriale”. E’ l’appello che i settori europei ad alta intensità di energia (acciaio, alluminio, ceramica, carta, vetro, fertilizzanti) rivolgono ai ministri Ue. In particolare, le sigle europee che rappresentano le industrie ad alta intensità energetica chiedono ai leader dei Ventisette di “introdurre urgentemente misure a livello dell’Ue per affrontare l’impatto dei prezzi del gas naturale sulla competitività industriale e scollegare i prezzi dell’elettricità dai prezzi del gas”. Inoltre, “il quadro temporaneo di crisi deve essere prorogato e rivisto per adattarsi alle circostanze attuali”.

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