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“Gli uomini e le donne di mezza età che fanno spesso incubi sono più a rischio di demenza”: il nuovo studio inglese

A indagare la curiosa relazione tra incubi e declino cognitivo uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet e ClinicalMedicine, condotto dagli scienziati del Center for Human Brain Health dell’Università di Birmingham

di 30science per Il Fatto

Svegliarsi in preda agli incubi non è mai piacevole, ma oltre al disagio psicologico, i brutti sogni potrebbero rappresentare anche un indicatore precoce di un maggiore rischio di demenza. A indagare la curiosa relazione tra incubi e declino cognitivo uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet e ClinicalMedicine, condotto dagli scienziati del Center for Human Brain Health dell’Università di Birmingham. Il gruppo di ricerca, sotto la guida di Abidemi Otaiku, ha esaminato tre diversi set di dati, analizzando in totale le informazioni relative a oltre 600 partecipanti di età compresa tra 35 e 64 anni, e 2.600 adulti over 79.

Tra il 2002 e il 2012, i volontari hanno completato diversi questionari, e le risposte sono state esaminate tramite un software statistico. I dati hanno rivelato che i soggetti di mezza età che segnalavano più frequentemente di aver avuto incubi erano associati a una probabilità circa quattro volte superiore di sviluppare demenza negli anni a venire. “Abbiamo dimostrato – osserva Otaiku – che gli incubi possono essere collegati al rischio di declino cognitivo. Questi risultati sono molto importanti, perché attualmente conosciamo pochissimi indicatori di rischio per la demenza che possono essere identificati già nella mezza età. Sarà necessario proseguire le ricerche per confermare questi risultati, ma il nostro lavoro suggerisce che gli incubi potrebbero rappresentare un indicatore utile per identificare le persone a maggior rischio di sviluppare demenza. In questi pazienti potrebbe quindi essere utile mettere in atto strategie mirate per rallentare l’insorgenza della malattia”.

Secondo quanto emerge dall’indagine, pertanto, i brutti sogni sembravano verificarsi più frequentemente negli anni antecedenti alla manifestazione dei sintomi della demenza e del declino cognitivo. La correlazione tra incubi e demenza sembrava meno evidente nelle donne rispetto alle controparti maschili. In particolare, gli uomini che riportavano brutti sogni su base settimanale erano associati a un rischio cinque volte superiore di sviluppare declino cognitivo rispetto agli adulti che non avevano incubi. Nelle donne scosse da incubi, invece, si registrava un incremento del rischio di demenza di circa il 41 per cento. Sarà necessario condurre ulteriori studi, concludono gli scienziati, per valutare se questa associazione risulta presente anche nella popolazione giovanile e se il rischio di demenza risulta correlato anche ad altre caratteristiche delle manifestazioni oniriche, come il livello di dettaglio degli incubi o la loro vividezza.

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