La crisi che sta colpendo famiglie e imprese, sotto il profilo dei costi energetici, sta diventando anche fonte di sfruttamento per la campagna elettorale. Molte le richieste, nell’autonomo Trentino, avanzate dai rappresentanti delle varie categorie, commercianti, ristoratori, albergatori, industriali e artigiani, affinché la politica trentina prenda in carico interventi di aiuto economico, poiché molte imprese sono davvero a rischio fallimento per l’esponenziale crescita dei costi energetici. E che succede da parte dell’esecutivo provinciale trentino? Ebbene, si apprende che ci sia un “tesoretto” di circa cento milioni di euro, direttamente gestibili dalla giunta provinciale stessa; tali denari pubblici derivano da varie economie gestionali e riserve di bilancio, ma non è questo il punto; il fatto è che ci sono e potevano essere utilizzati fin da subito, cioè da quest’estate, quando tutti, famiglie e imprese, hanno cominciato a pagare la folle corsa dei costi energetici.

Ma nulla da fare! Il presidente Fugatti ha deciso che tale tesoretto andava gestito con parsimonia e che, prima di essere utilizzato per aiutare i trentini, si doveva analizzare bene la situazione. E fino a qui nulla da dire, tutto corretto. Dunque, ci si aspettava che fossero messe in campo strategie per calmierare i costi energetici, oppure aiuti economici legati alle effettive necessità, dimostrabili con bilanci per le aziende oppure indicatori economici di basso reddito per i cittadini (Icef).

La strategia calcolata dal presidentissimo, invece, si è palesata molto più semplice, diretta e orribilmente strumentale ad interessi puramente elettorali. Quaranta milioni del tesoretto saranno elargiti a pioggia a tutti i cittadini, stimando un contributo di circa 180 euro per detentore di bolletta elettrica. Così, indistintamente da reddito o da effettivo bisogno; che uno sia ricco o in miseria 180 euro a testa, a pioggia, a tutti.

E, guarda guarda, provvedimento deciso proprio ad una settimana dal voto nazionale, dove la Lega, partito di Fugatti, ovviamente ha necessità di dimostrare l’efficienza verso i cittadini. Insomma, pare proprio un mega spot elettorale, messo in campo però con soldi pubblici, elargiti senza un ragionamento logico, senza una programmazione tecnica che preveda una soluzione continuativa.

Mi chiedo che senso abbia elargire la “mancetta” ai trentini per tentare di accaparrarsi i voti. Chi è ricco non ne ha bisogno, chi è povero non risolve il problema! Potrebbe essere materia per la Corte dei Conti, l’ennesimo atto di un presidente che non ha remore nell’utilizzo di fondi pubblici per scopi non certo sostenibili, come ad esempio l’utilizzo della Protezione Civile per realizzare l’area del famoso concerto del Blasco del maggio scorso a Trento. Prima o poi qualcuno aprirà qualche fascicolo di indagine per verificare se l’uso di tali fondi sia lecito in questa via o no?

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