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Gabriele Corsi a FqMagazine: “Gigi Proietti è stato molto protettivo con me quando è morta mia nonna. Al cinema oggi vorrei un ruolo ‘alla Will Smith'””

Il conduttore e attore si racconta tra passato e presente. Da quella volta che è stato espulso dall'Accademia teatrale ai gesti affettuosi di Gigi Proietti. “Da lui e da Fiorello ho imparato che non ci si rivolge mai in maniera scortese ai fan”, ha detto a FqMagazine

di Andrea Conti

Gabriele Corsi, dopo la parentesi Eurovision a Torino su Rai Uno con Cristiano Malgioglio, è tornato sul canale Nove per la seconda stagione di “Don’t forget the lyrics – Stai sul pezzo”. Prodotto da Banijay Italia, il game show mette alla prova cantanti amatoriali e appassionati di musica sulle note dei più grandi successi della storia del pop. In ogni puntata, tre concorrenti dovranno esibirsi proprio come nei migliori karaoke, fino a quando improvvisamente la musica si fermerà e scompariranno le parole. È in quel momento che gli sfidanti dovranno sfoderare le loro doti e dimostrare di conoscere senza esitazioni testo e melodia.

Il conduttore è più che soddisfatto della riconferma per la seconda stagione: “Abbiamo triplicato le puntate che sono 60 e speriamo di farne per tutta la stagione. Per ora i dati sono incoraggianti. La prima stagione ha funzionato molto bene perché è gioco semplice da seguire ed è diretto a tutti dagli adulti ai ai bambini. Mi mandano video di bambini che cantano Battisti o i genitori che cantano Sangiovanni e Fabri Fibra. Ne sono molto felice”.

Prima del debutto, lo scorso anno, avevi sognato Fiorello ed è andata bene. Quest’anno?
Ultimamente non l’ho sognato ma rimane la promessa di abbracciarci. Quando sono andato a New York gli ho mandato dei video messaggi perché avevo trovato un ristornate ‘Da Fiorello’s’ gli ho chiesto se era proprio lui!

In studio, ed è la novità, arrivano gli artisti per cantare. Chi ti ha colpito?
Scialpi che durante la performance di ‘Rockin Rolling’ ha scherzato dicendo che effettivamente nemmeno lui ricorda delle frasi della canzone. Sono molto soddisfatto di avere gli artisti in studio perché sono grandi cantanti che si esibiscono live con la nostra super band. Avremo anche gli Audio 2, Mal che canta ‘Furia’, Valeria Rossi… Tutti proporranno le loro hit. Ho pure cantato ‘Non amarmi’ con Francesca Alotta e ho capito che la frase giusta è ‘perché vivo all’ombra’ e non ‘perché vivo a Londra’ (ride, ndr).

Sei speaker a Radio Deejay, quali tormentoni ti sono piaciuti quest’anno?
Quando finisco di lavorare in radio a fine giugno, ascolto solamente Metallica e Gun’s N’ Roses. Comunque mi sono piaciuti Fabri Fibra, Carl Brave ma anche Achille Lauro e ‘La Dolce Vita’ è stata sicuramente la canzone dell’estate.

Ti aspettavi che l’Eurovision non si sarebbe tenuto in Ucraina?
Ce lo avevano un po’ anticipato tutti che c’era la possibilità che non si sarebbe tenuta lì la prossima edizione. Era già assai probabile che il Paese prescelto sarebbe stato il Regno Unito, secondo classificato. Però ci tengo a dire che la Kalush Orchestra ha vinto non per motivi politici, ma perché hanno fatto una grande performance sul palco.

Tre aggettivi per Malgioglio, tuo compagno di avventure a Eurovision?
Splendido, generosissimo e perbene, che sembra sia scontato ma non lo è. Cristiano è una persona con un grandissimo cuore ed è un piacere lavorarci. Nemmeno noi ci saremmo mai aspettati di trovarci così bene. Quest’anno ad Eurovision ho portato mia moglie per farmi dare una mano (Laura Pertici, giornalista che si occupa anche di marketing e comunicazione, ndr) perché dovevo essere intervistato dalla BBC e Al Jazeera, praticamente poi è diventata l’unica consulente di Cristiano! (ride, ndr)

Nel 1990 sei stato espulso dall’Accademia Silvio D’Amico di Roma. Cos’è accaduto?
Avevo 19 anni, avevo finito il Liceo scientifico Cavour a Roma ed ero uscito con 58-60. Volevo fare l’attore ed entrai in Accademia, nel frattempo mi ero iscritto a Scienze Politiche all’Università. Mi sono accorto subito che era un’accademia militare, la mia parte goliardica non veniva apprezzata.

In che senso?
Ti racconto questo aneddoto che faceva sempre ridere Proietti. Eravamo tutti in palestra e ci chiesero di interpretare l’acqua. Io ero appoggiato al muro e c’era un enorme specchio davanti. Il maestro di educazione del corpo mi chiese cosa stessi facendo e io risposi: ‘Lo specchio d’acqua’. Nessuno rise. Poi ho avuto scontri piuttosto vivacei con l’insegnante di recitazione.

Questi scontri da dove nascevano?
Trovavo assurdo il clima dell’Accademia impermeabile agli eventi storici di quel periodo. Era il 1990 c’era la Guerra in Iraq con alcuni compagni avevamo occupato l’aula e ci eravamo dissociati dall’atteggiamento neutrale dell’accademia. Cogliendo questa occasione fui espulso. “Inadatto alla struttura accademica” scrissero. E non potevo essere più d’accordo.

Così avevi abbandonato la recitazione?
In parte. Con l’Accademia ho comunque lavorato, ho fatto saggi, ho conosciuto i ragazzi Lo Cascio, Savino, Gifuni. Poi sono entrato all’Actor’s Studio di Roma e mi sono re-innamorato della recitazione. Farò un cameo nel prossimo film di Max Giusti, che uscirà il prossimo anno.

Hai partecipato a tre edizioni de ‘Il maresciallo Rocca’. Un tuo ricordo di Proietti?
Per me è ancora molto difficile parlare di lui. L’ho conosciuto poco più che ventenne. Mi proposero di partecipare al set. Ero più concentrato sul teatro.

Cosa ti ha convinto?
Mi davano 800mila lire a posa, il giorno dopo ero già sul set (ride, ndr).

E poi l’incontro con Proietti…
Lo ricordo più umanamente che artisticamente. Il nostro rapporto era questo. Il debutto sul set è avvenuto il giorno del funerale di mia nonna, che mi ha letteralmente cresciuto. I miei parenti mi hanno spinto a presentarmi. Andai ed mi misi in un angolo a rimuginare. Proietti si avvicinò: ‘Core che c’hai?’. Mi chiamava sempre ‘core’. Aveva una forma di protezione nei miei confronti che mi ritrovai in un mondo di attori giganti.

Cosa ti ha colpito di lui?
Lui ha una cosa che lo accomuna a Fiorello. Non li ho mai visti rivolgersi in maniera scortese ai fan. Un grande insegnamento nel mio lavoro da questi due professionisti innamorati del loro lavoro. Bisogna capire che se uno ti ferma per strada e non è il mio momento giusto, magari si può glissare, ma mai essere scortesi. Chi fa tv non ti rende migliore di chi fa un qualsiasi altro tipo di lavoro. È normale che la gente si prenda un pezzettino di te.

Hai partecipato al film-cult, nel 2000, “Alex L’ariete” con Alberto Tomba e Michelle Hunziker. Se fossi critico cinematografico oggi cosa diresti?Che avrebbe meritato tanti riconoscimenti! Non rinnego nulla di quello che ho fatto. Magari può essere capitato che abbia fatto qualcosa che non fosse di buongusto, ma in questo caso rivedendo quel film mi diverto ancora tanto.

Che ruolo ti piacerebbe interpretare oggi?
Un ruolo che spiazzi tutti, come ha fatto nella sua carriera Will Smith. Vorrei partecipare a un film drammatico per attraversare la frontiere. Mi piace fare tutto e il contrario di tutto.

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