Orchestra Sinfonica di Milano. È questa, lapidaria, la nuova denominazione assunta dall’Orchestra ‘Giuseppe Verdi’, il complesso sinfonico sorto nel 1993 dopo lo scioglimento dell’Orchestra sinfonica di Milano della Rai. Il nesso Musica/Milano traspare fin dal brand: due M maiuscole, nette e categoriche, intrecciate in un logo optical aguzzo e puntuto come le guglie del Duomo.

Domenica 11 settembre alle ore 20, nel Teatro alla Scala, l’orchestra inaugura la stagione 2022/2023 con un concerto delle grandi occasioni. Il pezzo d’apertura, il Preludio dei Maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner, ha un evidente accento propiziatorio per il nuovo sodalizio. Segue il Concerto in Mi maggiore per due pianoforti di Felix Mendelssohn e la festosa Seconda Sinfonia di Johannes Brahms. Dirige il russo Andrej Borejko, i pianisti sono i fratelli Lucas e Arthur Jussen, olandesi: tutti e tre sono artisti in residence nell’Orchestra, ben noti ai palcoscenici internazionali.

Aveva quattordici anni Felix quando, nel 1823 compose questo concerto per il compleanno della sorella maggiore, Fanny: l’anno dopo ne seguì un altro, simile, in La bemolle. La scrittura, briosa, effervescente, elegante, dimostra che il ragazzo era ormai già un compositore fatto e finito. È probabile che l’opera sia stata presentata, assieme alla sorella, in una delle serate musicali organizzate nelle dimore dell’alta borghesia berlinese. L’ascolto è allettante, sebbene la composizione non tocchi le vette vertiginose del Concerto per violino op. 64, composto nella piena maturità. Brahms compose la Seconda Sinfonia nel 1877 durante le vacanze in Carinzia; fu eseguita a Vienna nel dicembre dello stesso anno: un lasso di tempo breve, per un compositore che sulla Prima Sinfonia si era arrovellato per anni. È una composizione che sposa serenità, gaiezza, malinconia in un insieme di ampio respiro.

Il programma generale dell’Orchestra Sinfonica di Milano per la stagione entrante, copioso, presenta alcune punte preziose. La stagione sinfonica in senso stretto offre ben 32 appuntamenti. Ne ricordo alcuni. “Musica e parole” (13, 14 e 16 ottobre) accosta due capisaldi del romanticismo in musica: il Quartetto in Re minore D 810 di Franz Schubert – quello che congloba le variazioni sul Lied “La Morte e la fanciulla” – nella trascrizione per orchestra d’archi di Gustav Mahler; e il ciclo liederistico Des Knaben Wunderhorn dello stesso Mahler. L’interpretazione dei 24 Lieder su versi di Achim von Arnim e Clemens Brentano è affidata a un cantante da camera eccelso, l’inglese Ian Bostridge, e al direttore Michele Mariotti. È tradizione dell’Orchestra, da più di vent’anni, festeggiare san Silvestro con un concerto di congedo dall’anno vecchio e di saluto per quello nuovo: questa volta il brindisi sarà intonato con la Nona di Beethoven, che vedrà il concorso del Coro sinfonico di Milano; dirige il trentenne Thomas Guggeis.

In febbraio, il 24 e il 26, un appuntamento culturalmente ambizioso, intitolato ‘Shakespeare in Music’: vuol mostrare come l’arte dell’immenso poeta e drammaturgo inglese abbia stimolato la creatività di tanti compositori. In questo caso, il ventiquattrenne Richard Strauss col suo primissimo poema sinfonico, Macbeth; la nostra Silvia Colasanti, compositrice residente dell’Orchestra, con Time will come, reincarnazione sonora per controtenore della ‘voce’ di due Sonetti shakespeariani; e Sergej Prokof’ev con una Suite dal balletto Romeo e Giulietta (1936).

Alla stagione concertistica di base si affiancano rassegne collaterali. I ‘Concerti da gustare’ propongono “avventure sinestetiche” fra udito e gusto. Le musiche sinfoniche saranno accompagnate dalla degustazione di pralines del maître chocolatier Ernst Knam. Come dire: prendere gli ascoltatori (anche) per la gola… I ‘Concerti ristretti’ sono programmi brevi, pensati per invogliare all’ascolto della musica classica chi già non vi è assuefatto: l’intento è dunque di somministrare capolavori musicali in dosi omeopatiche per far scoprire a piccoli passi lo splendore di composizioni altissime, da Mozart a Schönberg. In questo caso, anziché l’Orchestra Sinfonica, si esibirà l’Orchestra da Camera, dunque una formazione ridotta, forse più consona a chi, neofita, è alle prime armi: l’operazione non è priva di valenze didattiche, di certo meritorie.

Intento didattico ha anche ‘Musica & Scienza’, articolata in tre appuntamenti, fondata sull’interdisciplinarità, alla ricerca di risonanze e analogie fra l’arte dei suoni e il mondo scientifico. Attenzione viene rivolta poi ai giovani e giovanissimi, con le ‘Orchestre Sinfoniche Kids & Junior’, che spesso riadattano il repertorio sinfonico ad un organico variato; e con ‘Crescendo in musica’, sette appuntamenti per i bimbi e le loro famiglie: una vera educazione del pubblico, un training all’ascolto piacevole e utile, che punta a formare gli ascoltatori di domani e accattivare, per virtù transitiva, anche parenti e congiunti. Non vengono neppure disdegnate le colonne sonore, il rock e il cantautorato: a questi generi è dedicata la rassegna POPs.

L’offerta di abbonamenti è ampia e risponde a esigenze diverse. L’Orchestra, dopo il fermo determinato dal Covid, debutterà quest’anno al Concertgebouw di Amsterdam e andrà in tournée in Spagna e in Svizzera. La programmazione, ampia e generosa, mostra ancora una volta come Milano sia davvero una capitale musicale che rifulge nel firmamento internazionale.

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