Estate rovente, con i media testimoni della distanza immensa fra la politica italiana, inutile, e la cura concreta del bene comune. La politica può essere anche tossica, capace di avvelenare i pozzi della legalità, indebitando generazioni e avvalorando l’idea che le regole siano per i fessi. Nel mentre la stessa politica rischia di sporcare la reputazione di imprese italiane d’eccellenza che lavorano in tutto il mondo.

Così, eccoci costretti a tornare nuovamente all’edilizia ospedaliera piemontese al collasso e alle giravolte amministrative dell’assessore regionale alla Sanità Icardi. Me ne ero occupato a proposito della gara per la ricerca del partner privato per la realizzazione del nuovo ospedale di Novara: il nostro ebbe a dire che avrebbe fatto risparmiare un mucchio di soldi all’Azienda Ospedaliera Universitaria di quella città. Anni di progetti e procedure: la gara è andata deserta e i novaresi aspetteranno ancora a lungo il nuovo ospedale.

I ripetuti fallimenti avrebbero dovuto indurlo a più miti consigli, invece niente: in pieno Ferragosto l’assessore Icardi ha tenuto banco sui giornali, locali e non, spiegando come finanziare i nuovi ospedali di Alessandria e Cuneo. Solo che il Dpcm del 4 febbraio 2021 e la delibera del Consiglio Regionale del Piemonte, da lui stesso proposta, prevedono che a costruire i due ospedali citati sia Inail, nell’ambito del suo programma di edilizia sociale, per poi affittarlo alle aziende sanitarie sulla base di un canone annuo pari al 2,5% del costo dell’opera, dunque particolarmente vantaggioso per il pubblico. L’assessore, come se potesse farlo senza colpo ferire, ha deciso di farli costruire dai privati con la modalità del PPP-Partenariato Pubblico Privato, versione project financing. Ora, il ricorso ai privati si giustifica solo se l’ente pubblico non ha i soldi per fare l’opera in proprio, dato che il Ppp è decisamente più oneroso, come non cessa di ricordare la Corte dei Conti. Il Piemonte dispone in totale di circa un miliardo di fondi per l’edilizia sanitaria (fonte Agenas e Finanziaria 2021) che si ostina a non spendere, dunque gli ospedali potrebbe progettarseli e appaltarli direttamente.

Le esternazioni d’agosto sono servite all’assessore per far sapere che già da maggio l’Azienda Ospedaliera di Cuneo aveva ricevuto da una società del Gruppo Fininc-Dogliani di Narzole (CN) una proposta di Ppp per costruire il nuovo ospedale in città. L’assessore, lo stesso che sette mesi fa si vantava di essere riuscito a stringere con l’Inail un accordo da oltre un miliardo e mezzo, ora afferma: “E’ necessario che Inail riveda lo strumento finanziario che attualmente risulta di non facile utilizzo”, sostenendo il suo grande interesse per la proposta del privato e informando che gli uffici regionali la stavano valutando. Facendo così il contrario dei suoi compagni di partito Zaia e Toti, che con l’Inail hanno appena concluso accordi per la costruzione del Polo Ospedaliero Padova Est e dell’Ospedale Unico di Taggia.

La proposta del gruppo Finic-Dogliani non è accessibile, la custodiscono i dirigenti dall’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Risulta difficile immaginare che la proponente Inc del Gruppo Dogliani abbia assunto l’iniziativa in totale autonomia spendendoci su circa un milione di euro. Ecco cosa potranno chiedere i consiglieri regionali di opposizione, una volta rientrati dalle meritate vacanze, prima che altri danni intervengano a ipotecare i conti del Piemonte per gli anni che verranno: vedere le carte, valutare la proposta darne conto ai cittadini, fare il loro mestiere.

Ad Alessandria poi, terra del Gruppo Gavio di Tortona, il tema dell’ospedale locale, anche questo nel mondo dei sogni, muove gli interessi dei notabili del posto incontratisi il 31 luglio scorso sul tema, non si sa con quali conclusioni.

A Torino è in corso da un anno la gara per realizzare il Parco della Salute, il nuovo ospedale che sostituirà le Molinette e il Sant’Anna. All’inizio, a questa importante gara sono stati ammessi tre raggruppamenti guidati rispettivamente da Impregilo, ora WeBuild, Dogliani e Gavio, quest’ultimo successivamente si è ritirato. Tra poco, alla fine della seconda fase di gara, i due gruppi rimasti dovranno presentare le loro proposte e l’Aou Città della Salute di Torino, valutata quella più conveniente, aggiudicherà la concessione per la costruzione e gestione del nuovo ospedale per i prossimi 25 anni.

Webuild, con sedi a Milano e Roma, negli ultimi anni ha costruito solo in Italia una decina di ospedali. Legittima la preoccupazione dei concorrenti che il gruppo milanese-romano possa aggiudicarsi anche la gara di Torino. Di qui potrebbe nascere la voglia di cambiare la modalità di realizzazione (e finanziamento) degli ospedali di Cuneo e Alessandria: non più Inail, come previsto fino ad ora, ma i privati del territorio.

Una sorta di compensazione? Il Gruppo Gavio di recente ha perso la gara per la gestione delle autostrade piemontesi, di cui aveva beneficiato per molti anni. In prima battuta aveva rivinto, ma il ricorso del Gruppo Dogliani (che ha partecipato con la sua controllata Consorzio Stabile Sis) è stato accolto e Gavio è rimasto con la bocca asciutta e con (stimati) due miliardi di fatturato in meno.

Tre importanti gruppi nazionali – due fortemente radicati in Piemonte, un patrimonio industriale da difendere – potrebbero alla fine subire un danno; fatto a chi ogni giorno deve misurarsi con altri competitori sul mercato internazionale, che di solito rispetta un po’ di più le regole e interloquisce con una parte pubblica più attenta all’interesse generale, quello che si realizza con gare pubbliche e decisioni trasparenti.

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