Le vacanze per cullare i nervosismi e le delusioni degli ultimi Gp. Poi ritornerà in pista in Belgio: da lì Charles Leclerc cercherà di recuperare gli 80 punti di svantaggio che, dopo l’Ungheria, lo separano da Max Verstappen. Come una mission impossible, un divario durissimo da colmare: il secondo più grande da quando dal 2010 si assegnano 25 punti a vittoria (e non più 10). Il primato risale ancora al 2011, quando un giovane Sebastian Vettel se ne andò al mare con 85 punti di vantaggio sul compagno di squadra in Red Bull, Mark Webber, conquistando poi a fine campionato il secondo dei quattro allori iridati della sua carriera.

Il caso di Hamilton nel 2014
La stagione 2014 fu quella dell’inizio del duello interno in Mercedes tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. L’inglese allora andò in ferie dopo il Belgio con 29 punti di svantaggio sul tedesco, vincendo però a fine stagione con un distacco di 67 punti. Hamilton riuscì quindi a guadagnare 96 punti in più del suo rivale. Due anni prima, invece, Vettel conquistò il Mondiale a Interlagos con la Red Bull, dopo una furiosa rimonta per il testacoda del via. Alla fine furono tre i punti di vantaggio di ‘Seb’ su Fernando Alonso, così come autentica fu l’impresa del tedesco in classifica: recuperò ben 44 punti al ferrarista, dopo la pausa estiva che seguiva al Gp di Germania.

I precedenti Schumacher e Raikkonen
Nel 2007, l’ultimo campione del mondo con la Ferrari, Kimi Raikkonen, riuscì a rimontare 26 punti su Lewis Hamilton (allora però il successo in gara ne valeva solo 10), vincendo il Mondiale all’ultimo appuntamento di Interlagos con un punto di vantaggio sulle McLaren dell’inglese (quell’anno all’esordio in F1) e di Fernando Alonso. Quattro anni prima un altro successo del Cavallino, con Michael Schumacher che, dopo il GP del Brasile, rimontò 16 punti sullo stesso Raikkonen, prendendosi il sesto titolo a fine stagione con due lunghezze di distacco sul finlandese, allora pilota della McLaren.

Prost, tre Mondiali persi di rimonta
Se si arriva ancora più indietro, al 1988, c’è l’eterno Ayrton Senna che vinse il suo primo titolo contro lo storico rivale in McLaren, Alain Prost, recuperando 16 punti al francese. Lo stesso divario che nel 1982 Keke Rosberg (papà di Nico) colmò, sempre con il quattro volte iridato nel mezzo, per prendersi così l’unico Mondiale della carriera. Prost venne battuto anche nel 1984, ma il protagonista allora fu Niki Lauda con la McLaren, che gli rimontò uno svantaggio di 15 lunghezze. Infine, si ricordano i 17 punti di vantaggio annullati da Nelson Piquet su Carlos Reutemann nel 1981 e da Jody Scheckter su Jacques Laffite nel 1979. Altro divario mostruoso, infine, fu quello tra James Hunt e Niki Lauda nel 1976, con il primo che recuperò al secondo 35 punti, approfittando però del terribile incidente dell’austriaco al Nurburgring, quando la sua Ferrari prese fuoco – procurandogli gravi ustioni a mani e piedi – tornando poi a Monza 42 giorni dopo. Un Mondiale vinto dall’inglese della McLaren per un solo punto, al termine del piovoso GP del Fuji.

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