Caldo record e bombe d’acqua. Covid che vira, turismo infestante e prezzi alle stelle. Che estate di m…

Il mare non bagna la Costa d’Amalfi. Quello scenario che fece da sfondo alla storia d’amore poco clandestina fra Jacqueline Kennedy e Gianni Agnelli oggi si fa fatica a riconoscere. E per completare il quadretto post-ferragostiano una concentrazione di enterococchi intestinali, che sono batteri spia della contaminazione con acque fecali. Ossia da Napoli in giù, lungo la costiera sorrentina e amalfitana i turisti si fanno il bagno nella propria cacca. A macchia di leopardo sono comparsi fino alle coste della Sicilia divieti di balneazione.

Il Wwf fa la sua parte di Cassandra e nessuno gli dà retta. Già da maggio in uno dei loro monitoraggi periodici per la protezione ambientale aveva segnalato la presenza di scarichi abusivi, di depuratori obsoleti, acque bianche che si mescolano con quelle nere. Il Rivo d’Arco a Seiano, tanto per citarne uno, dopo i temporali degli ultimi giorni è diventato una cascata di acqua marrone.

Cosa fanno gli amministratori con i tre euro di tassa di soggiorno sborsati da ogni turista, oltre a metterseli in tasca? Tranquilli non sono i soli, anche io ho chiesto ripetutamente ad Airbnb di darmi la prova dei versamenti delle tasse di soggiorno alla casse comunali dei loro 2500 (e oltre) alloggi a Napoli. Servirebbero anche per fare nuovi depuratori.

La mia testimonianza parte da Ravello e, all’ombra di quello che gli antichi chiamano il Sentiero degli Dei, di una tale magnificenza che fa della Costiera Amalfitana la più bella del mondo, si delinea l’incubo di uno Stige, il fiume “infernale” dentro un mare ancora turchese (ma chissà per quanto?). Si scende e, anche a Reggio Calabria e in Sicilia, spiagge off limits tra Messina, Palermo, Taormina.

“Non si vedono sulle spiagge del Tirreno e dello Ionio cartelli che dovrebbero informare i bagnanti su dove iniziano e terminano i divieti di balneazione per inquinamento e la loro causa. E neanche si vedono cartelli con analisi mensili dall’Arpacal”, lo afferma il geologo Mario Pileggi.

“All’assenza della cartellonistica sulle spiagge si aggiunge l’assenza di un sito regionale georeferenziato e aggiornato in tempo reale sulla qualità delle acque di balneazione. Esiste soltanto il Portale web dell’Agenza Regionale per la Protezione dell’Ambiente dove la notizia più recente è datata 18 Agosto 2021”.

Sono a Ravello, scendo a mare a Minori, a piedi sono all’incirca mille gradini di pietra. Il panorama è mozzafiato. I cartelli di divieto ci sono, qualcuno ha provato a stracciarli, ma anche un po’ a brandelli resistono. Le spiagge sono brulicanti di bagnanti, ignari e non, che nuotano allegramente insieme a batteri e pesciolini. Anche io non resisto alla tentazione di un tuffo.

Altro giro, mi gusto un nettare degli dei e una delizia al limone da Sal de Riso, che è una concentrazione di ghiottonerie, poi mi metto alla ricerca di ceramiche non taroccate. Mi indicano il Laboratorio Ruocco come un atelier d’arte, qui tutto è decorato a mano, con antica sapienza che deriva da quella tradizione che risale al 1200. Vittorio decora ville e giardini.

Aggiungi pure un posto a tavola con alcune delle ceramiche di Vietri, taroccate, made in China. E in giro per il mondo si trovano molte patacche spacciate per ceramiche vietresi, in realtà sono fatte in Cina, in serie. Qualche scatolone dalla Cina arriva pure a Vietri, basta una firma sotto il piatto ed ecco restituire al pezzo la sua “verginità”, la sua autenticità. Ma la realtà è un po’ più complessa. Nessuno più vuole ereditare la paziente arte della decorazione a mano e per sopperire la carenza Armida Filippelli, assessora alla Regione per la Formazione Professionale, ha appena inaugurato la prima Scuola di Ceramica Vietrese.

Ps. I carabinieri di Ravello intanto hanno avuto lo sfratto perché della loro sede nel centro storico vogliono fare l’ennesima Casa Vacanze. Questo è davvero troppo.

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