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“Non ci hanno chiesto il permesso per le immagini”: la campagna femminista del ministero spagnolo dell’Uguaglianza fa discutere

La campagna spagnola che invita tutte le donne a non aver paura di mostrarsi in costume al mare diventa un caso. Alcune protagoniste del manifesto spiegano infatti di non essere mai state contattate per chiedere il permesso di utilizzare la loro immagine

di F. Q.

Voleva essere una campagna femminista, quella del ministero spagnolo dell’Uguaglianza, e invece si è trasformata in un vespaio di polemiche. 5 donne, diverse per età e caratteristiche, ma accomunate da corpi che, secondo i canoni di bellezza imposti dalla società, potrebbero non sentirsi a proprio agio nell’andare in spiaggia in bikini: sono loro le protagoniste dell’immagine della campagna. Peccato che queste donne non ne sapessero nulla. Il che, tradotto, vuol dire che nessuno ha chiesto il permesso di usare la loro immagine a tale scopo.

La prima “modella per caso” che ha alzato la mano per chiedere cosa stesse succedendo è stata Juliet FitzPatrick, sessantenne che dopo un tumore al seno ha subito una doppia mastectomia. Si è riconosciuta parzialmente in una delle protagoniste del manifesto, se non fosse che la donna ritratta, a differenza sua, ha ancora uno dei due seni. Per questo si pensa che il volto sia il suo, ma sia stato “impiantato” sopra un altro corpo.

Anche Nyome Nicholas-Williams, modella curvy, ha avuto qualcosa da ridire. Sostiene che una foto sia stata rubata dal suo profilo Instagram e usata come base per l’illustrazione della campagna con alcune modifiche di tipo cromatico. “Non hanno chiesto la mia immagine! Ottima idea ma pessima esecuzione. Non meritavo che mi venisse chiesto se la mia immagine può essere usata per una campagna del governo spagnolo? Non merito di essere pagata per l’utilizzo di detta immagine?” ha fatto sapere sui social. E così anche la modella e influencer Sian Green-Lord, a cui dopo un incidente è stata amputata una gamba e che invece nella foto della campagna si trova con la protesi tolta, l’aggiunta dei peli sotto le ascelle e il costume leggermente modificato.

Arte Mapache, colei che ha dato vita alla campagna, ha porto le proprie scuse come riporta BBC: “Ho deciso che il modo migliore per risarcire i danni che possono essere derivati dalle mie azioni è dividere il denaro che ho ricevuto per il lavoro e dare parti uguali alle persone nel poster. Spero di poter risolvere tutto questo il prima possibile, accetto i miei errori ed è per questo che ora sto cercando di riparare i danni causati”.

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