La situazione dei treni in Lombardia è molto più grave di quanto fosse previsto. Le soppressioni di corse di Trenord sono centinaia ogni giorno. Rispetto alle 2.172 corse ordinarie, secondo il sindacato Orsa, mercoledì 20 ne sono partite circa 1.900, oltre 250 in meno. Il giorno prima sono stati più di 200 in meno. Nel pomeriggio di giovedì 21, controllando sull’app ogni singola linea, risultavano cancellate addirittura 380 corse, un numero che va depurato di qualche ripetizione (in alcuni casi la stessa corsa insiste su più linee), ma che non tiene conto del fatto che alcune cancellazioni del mattino ormai non erano più visibili. Il dato di giovedì significa che quasi un treno su cinque è stato cancellato.

Le soppressioni superano dunque di gran lunga le cinquanta al giorno che erano state messe in conto sulle basi delle comunicazioni fatte da Trenord ai pendolari attraverso app nei giorni scorsi. Cancellazioni dovute, nella versione dell’azienda, al “caldo estremo” che rende necessari interventi di “manutenzione straordinaria su convogli sottoposti a eccezionali sforzi, specialmente sui sistemi di trazione e di condizionamento delle vetture”. Solo una scusa, per pendolari, sindacati e consiglieri di opposizione al Pirellone.

“La gravità della situazione si evince dalla stessa app di Trenord e dalle vibranti proteste dei viaggiatori che anche stamattina nelle stazioni non hanno trovato i treni, ma solo una sfilza di cancellazioni segnalate dai tabelloni”, dice Franco Aggio, presidente di uno dei comitati di pendolari, l’associazione Mi.Mo.Al (Milano-Mortara-Alessandria). “È una situazione intollerabile e le giustificazioni di Trenord e regione Lombardia non fanno altro che acuire l’esasperazione dei viaggiatori”. Una situazione grave a cui si aggiungono i silenzi di Trenord che si rifiuta di dare alla stampa i dati sulle cancellazioni, benché gestisca un servizio pubblico e sia quasi totalmente proprietà del pubblico (è al 50% della società pubblica Trenitalia e al 50% della controllata regionale Fnm).

“La situazione che si sta vivendo in Trenord in questi giorni è inaccettabile – dice il segretario regionale del sindacato Orsa, Luca Beccalli – Centinaia di treni soppressi, sia a causa di una eccessiva usura dei bordini delle ruote dei treni (come ammesso dalla stessa Trenord), sia per i continui guasti agli impianti di climatizzazione. Oltre ai 50 treni fermi per la problematica delle ruote, che causa centinaia di corse soppresse ogni giorno, vi è infatti anche il problema dei climatizzatori che ogni anno, d’estate, porta alla soppressione di innumerevoli corse. Negli ultimi due giorni le soppressioni hanno sfiorato le 400 unità, oltre a circa un centinaio di treni non programmati rispetto all’offerta commerciale”.

Cancellazioni che per il sindacalista non sono dunque dovute al caldo straordinario, ma a problemi e scelte tutti interni all’azienda: “Per quanto riguarda la ‘tornitura’ delle ruote, nelle officine di Trenord viene fatto anche un servizio in-service per l’azienda Italo-NTV che toglie risorse, sia in termini di strumentazione che di personale, alle manutenzioni per i treni di Trenord. Mentre per quanto riguarda la climatizzazione, ogni anno si ripresenta il problema, solo in Lombardia, nonostante i treni, per la maggior parte, siano di nuova costruzione. Incolpare il caldo per quest’ultima problematica è inaccettabile: i nuovi treni sono progettati senza finestrini proprio perché garantiscono un corretto microclima alla clientela. I problemi derivano probabilmente da una errata programmazione della manutenzione. A questo si aggiunge l’annosa problematica della mancanza di personale, macchinisti e capitreno, nonché la decisione aziendale di specializzare gli stessi solo su alcuni treni, cosa che genera l’impossibilità di utilizzare materiali diversi in caso di indisponibilità”. Duri anche i commenti che arrivano dalla politica, con il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati che parla di “estate da incubo per i pendolari” e il capogruppo al Pirellone del M5S, Nicola Di Marco, che fa riferimento agli “insopportabili disagi”.

@gigi_gno

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