“L’elefante ha partorito un topolino”. A etichettare così il parere tecnico redatto dall’Istituto superiore di Sanità per l’emanazione delle linee guida per la ventilazione nelle aule è il comitato IdeaScuola che da diversi mesi si sta battendo per avere il documento previsto ai sensi della Legge 11 del 18 febbraio scorso. Dopo quattro mesi d’attesa in queste ore il ministero della Salute ha trasmesso a viale Trastevere il rapporto che tuttavia “non dà nessuna indicazione specifica tecnica né alcuno standard di requisiti minimi. Si fa genericamente riferimento – spiegano gli esperti del comitato – ai ricambi d’aria suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (10 l/s/p) ma nessuna altra disposizione che possa essere di chiara indicazione agli enti locali e alle scuole per l’esecuzione”.

A chiarire la questione è Stefania Sambataro di IdeaScuola: “Si parla ancora una volta di finestre aperte e mascherine se non è possibile mantenere il distanziamento ma sappiamo già da ora che il distanziamento non sarà possibile: non si è investito nulla per la diminuzione del numero di alunni per aula e per il rafforzamento dell’ organico, propedeutici per una efficace e auspicabile didattica personalizzata. Anzi il contingente Covid non è nemmeno confermato. Non è neanche ipotizzabile tenere le finestre aperte per il terzo anno consecutivo, con sprechi energetici non indifferenti in un momento di evidente crisi, quando la ventilazione meccanica permetterebbe un risparmio di 500 euro l’anno per classe oltre a garantire il rispetto della normativa sulle temperature min/max in ambiente scolastico”.

La mancanza di impianti di aerazione nelle aule a settembre avrà una sola conseguenza: di nuovo mascherine per tutto l’anno. Lo sa bene l’epidemiologa Sara Gandini: “Non possiamo chiedere ancora ai ragazzi distanziamento e dispositivi di prevenzione da indossare per così tante ore al giorno perché hanno un impatto pesante sulla socialità, sull’apprendimento e in generale sullo sviluppo emotivo e psicosociale. La mascherina impedisce la comprensione delle emozioni ai bambini, con risvolti potenzialmente negativi per la loro crescita emotiva, per la comprensione delle emozioni e del linguaggio non verbale, per lo sviluppo dell’empatia e della fiducia nell’altro”.

Una bocciatura, quella al documento dell’Iss che arriva da più parti e soprattutto da chi si trova in trincea: “Si parla di personale specializzato che dovrebbe occuparsi della valutazione e delle decisioni in merito, per tutto quando va oltre l’apertura delle finestre: le scuole non hanno questo personale a meno di non retribuirlo specificatamente. È necessario indicare esplicitamente che ad occuparsi della questione siano gli enti locali”, specifica Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi della Regione Lazio. La battaglia non è finita: il comitato IdeaScuola con altri soggetti è pronto a lanciare un appello ai politici e ai sindacati della scuola, alle associazioni di insegnanti, genitori e studenti: “A settembre le scuole devono essere pronte, le scuse non sono più ammesse, il Governo deve onorare gli impegni”.

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