Il fantastico Angelo Guglielmi purtroppo ci ha lasciato. Lo apprendo da alcuni articoli online, che, non tutti, descrivono così: “intellettuale prestato alla televisione”. Si può definire “prestato alla tv” un uomo che nella tv ha lavorato per 40 anni? Come se la tv non avesse bisogno di intellettuali.

Qualche tempo fa girava su Youtube un filmato dove dei guerriglieri africani, per scherzo, davano in mano un mitra a un orango e l’orango, non so se per scherzo, ha cominciato rincorrerli sparando a raffica. Terrificante e divertente insieme. Come quando si dà l’arma televisiva a chi non ne conosce la potenza e la pericolosità il danno è un po’ questo e Guglielmi lo sapeva.

Confesso che il mio amore per il direttore di Raitre nasce anche da un evidente conflitto d’interessi, perché in diverse occasioni ha manifestato la sua stima e fiducia per il lavoro degli autori televisivi. Era già il tempo in cui qualcuno diceva che gli autori italiani non erano autori, ma redattori. Una profezia. Stavano arrivando i primi format e piano piano quella profezia si è avverata.

Anni fa un mio amico, scherzando, forse, ha cominciato a dirmi che negli anni, tutto sommato, l’Italia è diventata una nazione “clone”. In musica Renato Zero clone di David Bowie, Zucchero clone di Joe Cocker, Ligabue clone di Bruce Springsteen. In politica Veltroni “yes we can” clone di Obama, Renzi clone di Blair, Salvini “Italians first” clone di Trump. Nel calcio il tikitaka di Roberto Mancini in Nazionale, clone del calcio spagnolo di Guardiola, imitazione causa dell’eliminazione ai Mondiali. A furia di copiare si rischia di perdere la propria identità, anche calcistica. Siamo i format di qualcosa o qualcun altro.

Sempre per rimanere nel conflitto d’interessi, vorrei svelare ai tanti che non lo sanno, che non esiste una legge che tutela il format televisivo made in Italy. Nel senso che non conviene ai produttori sviluppare creatività italiana, perché costa meno quella straniera. Angelo Guglielmi queste cose le sapeva e le diceva. Consiglio al ministro della Cultura Franceschini di farsi, a sua volta, consigliare dal suo collega Patuanelli, che sta lottando contro i cloni del parmigiano reggiano, del prosecco e del prosciutto San Daniele.

Creare idee crea ricchezza come la crea quel meraviglioso formaggio che è il Puzzone di Moena. E’ un discorso che naturalmente vale per tutta la cultura. Più idee e meno mascherine Ffp2.

Ho frequentato poco Angelo Guglielmi, il tempo sufficiente per capire che in comune avevamo soprattutto la timidezza. Un’altra qualità che intravedevo in lui e che evito accuratamente di attribuirmi è l’integrità, dote che Zygmunt Bauman considerava indispensabile nell’essere intellettuale: atto etico, l’unico atto che qualifica l’intellettuale come tale.

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