Con i flussi di gas russo che si assottigliano giorno dopo giorno la gran parte dei governi europei sta mettendo a punto piani di emergenza per contingentare i consumi. In particolare gli stati più dipendenti dalle forniture russe, vale a dire Germania, Italia ed Austria. Uno stop completo ai flussi da Mosca avrebbe comunque ricadute a cascata sugli equilibri energetici dell’intera Europa. Il prossimo 26 luglio si terrà il vertice di emergenza dei ministri dell’Energia dell’Unione europea, in cui si cercherà anche di coordinare le azioni per far fronte agli scenari peggiori. Procede il riempimento degli stoccaggi, pre requisito per affrontare con relativa sicurezza l’inverno, in Italia siamo al 64% della capacità, leggermente al di sopra della media europea.

Anche a Roma si lavora comunque ad un piano emergenziale. Nelle bozze compaiono la riduzione fino a 19 gradi del riscaldamento invernale e il limite di 27 gradi per i condizionatori estivi oltre ad interventi sull’illuminazione notturna delle città e le forniture di elettricità alle aziende. Possibile, in casi estremi, anche la chiusura anticipata di uffici pubblici e negozi. Il gas in Italia serve molto anche per produrre elettricità, circa il 40% della produzione proviene da centrali alimentate con questo combustibile. Anche in Italia non viene esclusa l’opzione di aumentare il ricorso al carbone, il più inquinante dei combustibili fossili, sono già state emanate le disposizioni per aumentarne l’acquisto sui mercati internazionali. Penuria di gas significherebbe anche minore capacità di generazione elettrica, in tal caso le prime a risentirne sarebbero le imprese energivore che solitamente sottoscrivono contratti che prevedono l’interrompibilità in cambio di un costo dell’energia più vantaggioso.

“Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di informazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l’acqua, l’altro è l’energia. Fra l’altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse. Sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che dopo l’estate comincerà il periodo in cui i consumi crescono”, ha detto oggi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “Il risparmio dei consumi del gas nel settore residenziale è cruciale, lo abbiamo compreso facendo i conti per sostituire il gas russo. Il settore residenziale rappresenta il 30% dei consumi e il 12% delle emissioni“.

Per Cingolani “le misure di sobrietà sono semplici. Se abbassassimo di un grado la temperatura media o riducessimo di 1 ora il tempi di riscaldamento, risparmieremmo 1,5 – 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno”. Inoltre, “mezzo miliardo di metri cubi all’anno potremmo risparmiarli usando le lampadine a led. E anche la proposta del mio collega tedescon di ridurre il tempo della doccia, che ha causato tante polemiche, è interessante”. Al momento il consumo annuo di gas dell’Italia è di 70-80 miliardi di metri cubi. Il secondo punto su cui lavorare per Cingolani è “il risparmio energetico degli edifici. L’Italia ha un patrimonio immobiliare importante e antico, non siamo un paese dove si buttano giù gli edifici ogni 10 anni. Ma andranno fatti grandi cambiamenti”. Infine, il terzo punto è “avere sistemi di misura che consentano di conoscere il consumo all’interno degli edifici”. Per Cingolani poi ci sono altri interventi possibili per risparmiare gas, come “una campagna di elettrificazione, le comunità energetiche, il fotovoltaico (per il quale abbiamo semplificato le procedure), le pompe di calore”.

Secondo i calcoli dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sarebbe possibile risparmiare in Italia quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano all’anno e ridurre la bolletta annua delle famiglie di circa 180 euro, abbassando di 1 grado il riscaldamento in casa, riducendo di 1 ora al giorno l’accensione dei termosifoni e di 15 giorni all’anno il periodo di accensione. Lo studio ipotizza l’abbassamento di 1 grado dei termostati, dai 20 gradi abituali a 19, per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%. La ricerca propone anche la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione: può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo. Attuando in contemporanea queste due misure, e aggiungendo la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dalla diminuzione di 1 grado e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Sul fronte delle bollette, queste proposte possono originare un risparmio complessivo, calcolato ai prezzi attuali, di 178 euro all’anno per famiglia.

L’utilizzo delle pompe di calore elettriche, già installate per il condizionamento estivo, anche per il riscaldamento invernale, la riduzione dell’uso del gas per acqua calda sanitaria e cucina, il minor consumo di energia elettrica grazie a un uso migliore degli elettrodomestici, possono portare ad un ulteriore risparmio di 3,6 miliardi di metri cubi all’anno. Ulteriori 0,4 miliardi possono essere risparmiati con la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori con modelli ad alta efficienza e con l’installazione di una illuminazione a Led.

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