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Boris Johnson, rinuncia alla festa di nozze con Carrie Symonds nella residenza ufficiale di campagna del primo ministro

Questa mattina alcuni quotidiani inglesi avevano innescato la polemica sui festeggiamenti previsti a fine luglio. "Chi pagherà per la festa di nozze?"

di F. Q.

Via da Downing Street e niente festa di nozze nella suggestiva residenza di campagna dei primi ministri britannici di Chequers. Di fronte alle forti polemiche sui media del Regno Unito il premier conservatore, Boris Johnson, costretto al passo indietro dopo le dimissioni di alcuni ministeri, ha dovuto rinunciare al progetto di dare una festa di matrimonio – saltato all’epoca delle nozze con Carrie Symonds nel 2021 a causa delle limitazioni della pandemia da Covid – a fine luglio. Downing Street ha confermato a Sky News che l’evento non si svolgerà più in quel luogo. Johnson, dopo aver annunciato le dimissioni, evita così l’ultima coda polemica sulla sua premiership contrassegnata sino alla fine da una serie di scandali, incluso quello relativo alle feste del Partygate, che ha contribuito alla fine della sua carriera politica.

Questa mattina alcuni quotidiani inglesi avevano innescato la polemica. “Chi pagherà per la festa di nozze?” si leggeva sul Mail online, temendo che il conto potesse ricadere sui contribuenti già alle prese con la crisi del caro vita. Il Daily Mirror citava degli esponenti conservatori di alto livello, secondo cui Johnson si è “aggrappato al potere”, restando in carica da primo ministro fino all’autunno quando dovrà passare le consegne al suo successore, anche per poter organizzare quel party all’insegna del lusso. Ci sarebbe perfino una data per l’evento in grande stile: sabato 30 luglio. Gli alleati di BoJo però smentiscono queste voci, dicendo che vuole rimanere in carica temporaneamente per senso del dovere verso il Paese fino a quando non sarà scelto un nuovo leader Tory.

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