Il primo step, a febbraio, è stato un sorteggio pubblico tenuto in Cassazione che ha piazzato in ordine casuale tutti i 9.600 magistrati italiani. I quali poi, nei mesi successivi, sono stati contattati uno per uno dal primo in giù, con una mail dal seguente oggetto: “Sei stato sorteggiato come candidato indipendente al Consiglio superiore della magistratura”. E un messaggio di questo tenore: “Ti scrivo perché ho aderito all’iniziativa del comitato AltraProposta 2022, tesa ad individuare i colleghi da candidare al Csm in modo indipendente dalle indicazioni correntizie. Tu sei tra i primi classificati. Se non sei disponibile ti pregherei di inviarmi una mail di diniego, in modo da potermi consentire di raccogliere la disponibilità del classificato successivo. Se tuttavia non ti dispiace, mi piacerebbe poter parlare con te, anche per pochi minuti, di quest’opportunità”. Segue numero di cellulare. A imbarcarsi nell’impresa una dozzina di volontari, magistrati di tutta Italia riuniti in un comitato ad hoc che ha appena ufficializzato i propri undici candidati alle elezioni del Csm: otto giudici di merito (due per ogni collegio), un pubblico ministero e un consigliere di Cassazione, tutti rigorosamente scelti con sorteggio (validato da un notaio) e successivo scorrimento della graduatoria, che il 18 e il 19 settembre se la vedranno come tanti Davide in toga contro i Golia selezionati dalle correnti.
Ad animare il comitato AltraProposta sono in gran parte magistrati aderenti ad Articolo 101, la “corrente anti-correnti” che ha fatto del sorteggio una bandiera. Ma non solo. Il portavoce ad esempio è un battitore libero, il pm di Ancona Andrea Laurino, che dopo lo scandalo Palamara si era candidato come indipendente alle elezioni suppletive del Csm vinte da Nino Di Matteo, raccogliendo 127 voti. “A differenza delle correnti, noi i nostri candidati non li conosciamo nemmeno, io non ne ho mai visto uno in faccia“, rivendica al fattoquotidiano.it. “Anzi, in realtà non sono i “nostri” candidati, ma i candidati selezionati col nostro metodo: potrebbero non pensarla come noi, o persino essere iscritti a un’altra corrente”. Non sembra così, però: “Quelli con cui ho parlato finora sono del tutto estranei a dinamiche politiche, ma hanno deciso di accettare l’opportunità che gli abbiamo dato. Anche se avrebbero potuto presentarsi anche da soli, perché le candidature sono individuali e non per lista. Tanti altri ci hanno fatto i complimenti per l’iniziativa, ma non se la sono sentiti di spendersi in prima persona”, ricorda. E racconta la difficoltà della fase di selezione: “Ci abbiamo lavorato in tanti, ognuno si è occupato di un pezzetto. La riforma del Csm approvata negli ultimi giorni individua quattro collegi per i giudici di merito al posto del collegio unico nazionale, così abbiamo dovuto trovare otto candidature, quattro uomini e quattro donne, per coprirli tutti”.
Tra i sorteggiati non ci sono nomi “famosi”. Nel primo collegio dei giudici di merito (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia) correranno Anna Maria Dalla Libera, giudice della Corte d’Appello di Brescia, e Massimo Galli, giudice del lavoro a Treviso. Nel secondo (Liguria, Toscana, Umbria e Lazio) il giudice penale di Roma Mario Erminio Malagnino, che vanta varie esperienze fuori ruolo di cui una all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia, e la giudice penale di Firenze Serafina Cannatà. Nel terzo (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e Sardegna) correranno due giudici della Corte d’Appello di Napoli, Massimiliano Sacchi e Maria Rosaria Pupo. Nel quarto, infine (Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) si presentano il giudice civile di Lecce Paolo Moroni e la giudice civile di Gela Veronica Vaccaro. Per i due collegi dei pubblici ministeri ci saranno Patrizia Foiera (Trento) e Greta Aloisi (Teramo), mentre per quello dei magistrati di Cassazione il consigliere Giacomo Rocchi. La nuova legge elettorale prevede che in ogni collegio passino solo i primi due classificati, un meccanismo che avvantaggia nettamente le correnti più forti. Quante chance potranno avere i candidati di AltraProposta? “Per esperienza personale posso dire che essere eletti senza il sostegno delle correnti è difficilissimo, a meno di non essere fuoriclasse come Di Matteo. Ma non importa, la nostra è una battaglia di principio“, spiega Laurino.
Anche i gruppi tradizionali, nel frattempo, stanno definendo le proprie candidature. La maggiore novità di queste elezioni è che Magistratura democratica, corrente storica della sinistra giudiziaria, tornerà a correre da sola dopo lo scisma da Area, il nuovo soggetto che la univa al Movimento per la Giustizia. Che, dice il segretario di Md Stefano Musolino, “ha privilegiato aspetti corporativi, concentrandosi a dare risposte ai mal di pancia interni alla magistratura senza impegnarsi in una vera autocritica”. Tra i candidati si segnala l’ex vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati Valerio Savio, gip a Roma. I “cugini” di Area invece passeranno per le elezioni primarie nei vari collegi, in cui si presenta tra gli altri Mario Palazzi, pm a Roma titolare dell’inchiesta Consip su Tiziano Renzi e Alfredo Romeo. Definitive anche le scelte di Magistratura indipendente, la corrente di destra: tra gli altri c’è Dario Scaletta, pm di Palermo mpegnato nelle indagini patrimoniali su Cosa Nostra, già indagato (e poi archiviato) nell’indagine di Caltanissetta sul “sistema” dell’ex presidente della Sezione misure di prevenzione Silvana Saguto. Anche i centristi di Unicost passeranno per le primarie: tra i candidati c’è Ciro Cascone, procuratore dei minorenni presso il Tribunale di Milano.