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Kira Dikhtyar, la modella russa minaccia il giornalista del Washington Post: “La mafia russa esiste ancora. Controlleremo te e la tua famiglia”

Ma chi è Kira Dikhtyar? Sul suo sito si definisce “International super model”. Spicca poi una carrellata di copertine su riviste prestigiose: Bazaar, Maxim e anche Playboy, ritratta dall’obiettivo coperta solo da una camicetta di pizzo beige che non lascia nulla all’immaginazione. Ha 33 anni ma le fonti riportano età molto differenti l’una dall’altra

di Simona Griggio

Stravagante strategia di comunicazione o solo idee un po’ confuse? “Sostituiremo le griffe che se ne sono andate via per le sanzioni occidentali”. Lo annuncia al Washington Post la modella russa Kira Dikhtyar. Tornerà in patria dagli Stati Uniti per lanciare a Mosca un nuovo brand. Tutto ‘ispirato’ a modelli occidentali, ovviamente un po’ modificati. Un’iniziativa controcorrente. Però poi ci ripensa. E minaccia il giornalista che l’ha intervistata evocando la mafia russa. Poi nuova retromarcia: “Era solo uno scherzo, hai davvero paura della mafia russa?”. Un continuo saliscendi che ha lasciato di stucco il cronista che l’ha ascoltata al telefono per più di due ore. E che alla fine ha deciso di raccontare tutto. Il progetto di Kira, ma anche le minacce ricevute.

Ma chi è Kira Dikhtyar? Sul suo sito si definisce “International super model”. Spicca poi una carrellata di copertine su riviste prestigiose: Bazaar, Maxim e anche Playboy, ritratta dall’obiettivo coperta solo da una camicetta di pizzo beige che non lascia nulla all’immaginazione. Ha 33 anni ma le fonti riportano età molto differenti l’una dall’altra. Al Washington Post ha illustrato il suo progetto per prendersi il mercato russo. Ha un’idea precisa: “Replicare i marchi internazionali, introducendo ovviamente qualche variazione”. Proprio così: “Cambieremo un po’ il design per non essere citati in giudizio dalle aziende”. Di fronte alle obiezioni, ha replicato: “Cosa c’è che non va? È un’opportunità straordinaria qui a Mosca. Il mercato è enorme”. E ha snocciolato le cifre: “Pensateci: 150 milioni di persone non hanno niente da indossare perché tutti i marchi si ritirano”.

E’ sembrata lucida nell’esporre il progetto, un po’ imprenditoriale, un po’ patriottico. Poi il colpo di scena. La modella ha richiamato il giornalista per chiedere che l’articolo non fosse pubblicato: “Non sono ancora autorizzata a parlare”. E per rendere più incalzante la sua richiesta, lo ha minacciato: “La mafia russa esiste ancora. Faremo un controllo sui precedenti tuoi e della tua famiglia”. Poi una nuova telefonata: “Era uno scherzo, hai paura della mafia russa?”.

Fin qui la storia di un’intervista. Che ovviamente scatena la curiosità di saperne di più. Oltre alle copertine patinate, Kira ha avuto un bagliore di popolarità televisiva per la partecipazione al programma The Face nel 2017 e per uno scontro con Naomi Campbell. Non è andato tutto liscio. Dopo la registrazione del programma, ha dichiarato che durante le riprese aveva sentito una pressione costante da parte della top model, tanto da crearle una crisi nervosa. “La Campbell odia i russi. Sì, è una donna straordinaria, ma ha un carattere molto difficile ed è impossibile lavorare con lei. Dopo il trattamento che ho ricevuto da Naomi, sono dovuta andare da uno specialista e sono ancora in cura. Il canale paga per il mio trattamento”. Dichiarazioni non confermate dall’emittente. Lo staff della Campbell ha reagito con sarcasmo: “Ci dispiace molto che Kira sia così malata, speriamo che riceva un’assistenza qualificata di cui, a quanto pare, ha seriamente bisogno”.

Quelle della modella erano dichiarazioni veritiere? O, anche in questo caso, il tentativo di attirare l’attenzione dei media? Fatto sta che, per consolarsi, ha cambiato il colore dei capelli, fino a quel momento biondissimi, e si è fatta vedere in spiaggia a Miami in versione mora con un costume nero sexy abbinato alla nuova acconciatura. Ovviamente a favore di paparazzi. Non è finita. In una lunga intervista pubblicata sul suo sito si dilunga nella narrazione anche dei suoi difficilissimi inizi di carriera. Il racconto: “Mi è stato detto che avevo un servizio fotografico a Londra. Arrivata in albergo, sono scesa nell’atrio e c’era questo produttore. Mi ha invitato a casa sua e ha detto che lo shooting sarebbe avvenuto lì”. Seguono momenti di terrore: “Ricordo ancora l’indirizzo del luogo dove, ho scoperto in seguito, organizza orge con ragazze di 14-16 anni. Gli ho subito detto che ero vergine, ma questo non lo ha fermato. Mi ha violentato e buttato in strada. Poi non mi ha più contattato. All’epoca avevo solo 15 anni”. Kira spiega di non aver mai denunciato “perché non volevo essere compatita”. Poi difende Jeffrey Epstein, l’imprenditore arrestato e condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni. “Quando sono arrivata in America per la prima volta all’età di 17 anni, Jeffrey mi sembrava un angelo – Sapeva cosa mi è successo all’età di 15 anni. E non mi ha mai toccato”.

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