In queste ore il MoVimento 5 Stelle vive un altro momento di passaggio nella sua evoluzione. Dispiace soprattutto per l’addio di tanti portavoce, molti ex colleghi e alcuni anche amici, che hanno scelto di credere più nella narrazione personale e autoreferenziale di un singolo individuo che nel progetto collettivo e nel nuovo percorso di costruzione del M5S sui territori guidato dal presidente Giuseppe Conte, nel quale ripongo la mia massima fiducia. Ha guidato l’Italia durante la pandemia, tra i momenti più difficili della storia, sono sicura che porterà il M5S fuori anche da questo momento.

Come ho già spiegato sui miei social, personalmente non credo nella narrazione messa in piedi da Luigi Di Maio sulla crociata per la difesa dei valori atlantisti ed europeisti, visto che già erano insiti nella visione 5stelle portata in questi anni in tutte le sedi europee e anche ieri, ancora una volta, in Parlamento. Credo però che la storia ci imponga dei tempi, ineluttabili, a cui adeguare le nostre azioni, dettati da circostanze sovraordinate ai destini dei piccoli individui, come ad esempio le devastanti conseguenze ambientali, economiche e sociali legate alla crisi climatica, mentre troppo spesso, purtroppo, la politica risponde più al tempismo di istanze individualistiche legate a questioni di opportunità che alle sfide del proprio tempo.

Non tutti i mali vengono per nuocere: a volte alcuni incidenti di percorso servono proprio a far emergere delle disfunzioni interne che solo così possono essere affrontate, sanate e superate. La vera priorità d’azione ora è concentrarci sulle sfide del tempo: far ripartire l’Italia mentre la guerra in Ucraina bussa alle porte dell’Europa dopo due anni drammatici di pandemia e con una recessione in arrivo. Per essere all’altezza di questa sfida il M5S deve proseguire il suo percorso di costruzione della rete sul territorio per dotarsi di un’organizzazione salda e capillare, valorizzando i nostri sindaci, portavoce locali e attivisti che sono stati, e sono, il nostro baluardo sull’applicazione concreta del nostro programma, puntando sulla creazione di gruppi locali riconosciuti e spendibili sui territori. Una vera e propria operazione di radicamento.

Questa è la strada da percorrere, avviata con fermezza dal presidente Conte, consapevoli che l’orologio della storia del nostro Pianeta sta battendo sempre più velocemente e che noi, come individui e, collettivamente, come forza politica, siamo al servizio di sfide globali rispetto alle quali non siamo noi a poter fare le regole del gioco. Non a caso 2050 è l’orizzonte temporale a cui guarda il nuovo corso del M5S guidato da Conte. La scelta è tutta qui: tra il tempo della nostra storia e il tempismo dei piccoli uomini.

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