di Carmelo Sant’Angelo

Io, Eccellenza avevo votato “no”. No cento volte. So quello che mi avevate detto: la necessità, l’unità, l’opportunità. Avrete ragione voi: io di politica non me ne sento. Lascio queste cose agli altri. Ma Ciccio Tumeo è un galantuomo, povero e miserabile coi calzoni sfondati… e il beneficio ricevuto non lo aveva dimenticato; e quei porci in Municipio si inghiottono la mia opinione, la masticano e poi la cacano via trasformata come vogliono loro. Io ho detto nero e loro mi fanno dire bianco. Per una volta che potevo dire quello che pensavo, quel succhiasangue di Sedara mi annulla, fa come se non fossi mai esistito, come se fossi niente immischiato con nessuno, io che sono Francesco Tumeo […]

A questo punto la calma discese su don Fabrizio che finalmente aveva sciolto l’enigma: adesso sapeva chi era stato ucciso a Donnafugata, in cento altri luoghi nel corso di quella nottata di vento lercio: una neonata: la buona fede; proprio quella creatura che si sarebbe dovuto curare, il cui irrobustimento avrebbe giustificato altri stupidi vandalismi compiuti. Il voto negativo di don Ciccio, cinquanta voti simili a Donnafugata, centomila “no” non avrebbero mutato nulla al risultato, lo avrebbero reso più significativo; e si sarebbe evitata la storpiatura delle anime.

(da “Il Gattopardo”)

Quanti Sedara hanno tirato le redini della nostra Repubblica storpiando la coscienza civica dei cittadini e regalandoci una democrazia incompiuta ed eterodiretta? La strategia della tensione, l’eversione di destra a braccetto con i servizi segreti, le stragi di mafia e dei loro concorrenti istituzionali, le congiure di palazzo, i referendum traditi…

Il popolo ha votato “No” al nucleare, alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, tra cui quello dell’acqua, al legittimo impedimento e lorsignori lo trasformano in un “Sì”. Oltre 16 milioni di italiani, su 31 milioni 270 mila votanti, nel 2018, hanno votato M5S e Lega, invocando il cambiamento, e ci ritroviamo a Palazzo Chigi il guardiano dell’establishment.

Il popolo raccoglie le firme per disciplinare dignitosamente il fine vita e la Consulta le cestina preferendo le firme mai presentate dai promotori dei referendum pro-casta e anti-magistrati.
Il popolo è contrario all’invio di armi in Ucraina ed il Palazzo si difende secretando (unico tra gli Stati “donatori”) la lista della beneficenza bellica. I cittadini realizzano che gli interessi angloamericani sono contrari a quelli europei ed il Potere briga per tappare la bocca alla pattuglia dei dissenzienti, che gode ancora di un diritto di tribuna in qualche trasmissione televisiva.

I ragazzi scendono in piazza in difesa dell’ambiente o contro l’alternanza scuola lavoro e vengono caricati dalla polizia, subendo perquisizioni domiciliari e sequestri, mentre a CasaPound si dormono sonni tranquilli. L’emorragia dell’emigrazione viene alimentata con lavori precari, paghe da fame e contratti stipulati con sindacati pirata. Non solo i parlamentari fischiettano con noncuranza, ma innalzano anche cori di disprezzo contro la povertà e le sofferenze.

Le penne bavose sui giornaloni non smettono di incensare il “grande timoniere” nonostante gli evidenti insuccessi, da ultimo le norme contro la violenza sulle donne, presentate in pompa magna, lo scorso 3 dicembre dalle ministre. Mogli e fidanzate continuano a morire, a dispetto dei successi dell’Esecutivo.

Al totale scollamento tra il popolo ed i suoi rappresentanti si risponde con la tecnica efficacemente illustrata da Rondolino: non potendo convincere gli elettori a votare per i partiti che assicurano lo status quo, allora meglio distruggere la reputazione degli anti-casta e dei giornalisti liberi e confinare i loro elettori/lettori nell’astensione.

Se l’astensione è stata così alta nel voto amministrativo, certamente alle politiche il bilancio sarà ancora peggiore. Allora mi chiedo se non abbia ragione Brecht: “Il Comitato centrale ha deciso: bisogna nominare un nuovo popolo”. Il nostro voto non serve.

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