Le difficoltà di reperimento di personale e il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro, in alcuni settori, sono dovuti a “salari troppo bassi” e “all’eccessivo uso di contratti a termine“: è quanto emerge dal report di area studi Legacoop e Ipsos FragilItalia, realizzato su un campione di 800 persone tra i 18 e i 65 anni. Per il 45% degli intervistati sarebbe utile l’introduzione del salario minimo.

Nello specifico, il 65% del campione (73% tra gli over 50, 61% tra gli under 30) indica gli stipendi bassi come motivo del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Quasi la metà, il 49%, ( 56% tra gli over 50, 44% tra gli under 30) indica invece il “ricorso massiccio a contratti a tempo determinato”. C’è infine un 35% (41% tra gli over 50, 29% tra gli under 30) che ritiene che “le persone non sanno adattarsi e cercano il lavoro ideale“. Rispetto ai dati di sei mesi fa, c’è un aumento di cinque punti percentuali per le risposte sulla necessità di un salario minimo (ora al 45%).

Il 39% del campione chiede inoltre di incentivare “il rientro (reshoring) delle imprese italiane che hanno delocalizzato le produzioni”, il 33% di “disincentivare i contratti a tempo determinato”. “Nella società italiana” ha commentato Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, “oltre ad allargarsi le diseguaglianze, avanzano segnali deboli in molte sfere delle nostre comunità: bisogni, speranze, stili di vita. Da un lato il lavoro continua ad essere una grande preoccupazione per gli italiani, con l’esigenza di stabilità e sicurezza ben salde al primo posto. Ma emergono attese per un lavoro di qualità, che lasci spazio alla vita personale e famigliare e che si adatti alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia”.

Per quanto riguarda le indicazioni sulle “caratteristiche del lavoro ideale“, l’indagine Legacoop-Ipsos ha rilevato che in testa alle aspettative del campione ci sono la stabilità, indicata dal 40% , e il trattamento economico, indicato dal 39%. Al terzo posto – con il 30% di preferenze – si colloca la disponibilità di tempo libero e gli orari flessibili: cresce inoltre di 5 punti percentuali la possibilità di smart working (17%). Mentre per il lavoro subordinato la sicurezza dello stipendio è uno dei fattori ritenuti più importanti (63%, sale al 69% tra i non occupati), per il lavoro autonomo sono maggiormente attrattive la possibilità di gestione del tempo, indicata dal 44% del campione (+10 punti percentuali rispetto a sei mesi fa) e la maggiore soddisfazione personale (per il 43%).

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