Che il calcio minore sia pittoresco è noto a tutti. Una forma d’arte naif probabilmente, magari anche kitsch nella sua bucolicità: ma l’arte è arte. E va apprezzata quando si decide di offrirne un saggio: finché non si fa male a nessuno per creare, il fine giustifica i mezzi. Così come è arte la dimostrazione pratica che arriva su un campo per un calciatore o come un’emulazione di grandi artisti del passato o di tradizioni antiche.

CARNER
Non servirebbe commento, perché l’arte spesso non merita commento, se vera e autentica. Sappiate che a noi ha preso una violentissima sindrome di Stendhal nel vedere che sul campo di Villamagna, in provincia di Chieti, all’altezza del corner non c’è la tradizionale bandierina, no…c’è un arrosticino gigante, finto purtroppo. Un’immagine splendida, per cui ringraziamo infinitamente i cari amici della pagina Facebook Abruzzo Calcio Ignorante. Com’è arrivato lì l’arrosticino? Pare sia “bottino” preso d una fiera lì vicino…ma non ci sottilizziamo, l’arte è arte…o vogliamo fare la morale a Caravaggio?

SE C’ERO IO
Brutta sconfitta in casa per il Santa Cruz, squadra di Serie D brasiliana, contro l’Asa. 2 a 1 finale per gli ospiti con la complicità del portiere: a quel punto arriva l’arte. L’arte è genialità, e cos’è, se non un genio, un tifoso che fa invasione, arriva al cospetto del portiere locale e inizia a spiegargli come parare, iniziando a tuffarsi a parare tiri immaginari? Balzi su balzi nel vuoto, a mostrare all’estremo difensore come si fa: il tutto ovviamente ripreso per generare sui social un video da milioni di visualizzazioni.

EMULAZIONE
Il caso dell’arbitro chiuso negli spogliatoi lo ricordano tutti. E un buon artista parte sempre emulando i grandi no? E’ il caso che arriva da Campli, in provincia di Teramo, dove la società del Paterno Tofo, Seconda Categoria, è stata multata di 500 euro “per gravi intemperanze di propri tesserati nei confronti dell’arbitro a fine gara. Gli stessi, in particolare, con fare aggressivo tentavano di impedire all’arbitro il rientro negli spogliatoi e, dopo che questi riusciva ad accedervi, grazie anche all’intervento dei dirigenti della squadra locale, colpivano violentemente con pugni e calci la porta del medesimo locale, danneggiandola a tal punto da non poter essere più aperta dall’interno, rendendo necessario l’intervento dei dirigenti locali per consentire all’arbitro di uscire”.

TRADIZIONE
Gli sbandieratori sono una figura antichissima e prestigiosa, che ancora oggi affascina il pubblico durante le manifestazioni tradizionali. E’ giusto dunque che la tradizione venga rinverdita anche sui campi di calcio di provincia. Sempre da Campli, infatti, un saggio dell’attività è stato offerto dall’assistente dell’arbitro: “Perché, in qualità di assistente di parte della squadra ospite, al termine della gara protestava in maniera particolarmente smodata nei confronti dell’arbitro, al quale rivolgeva pesanti ingiurie nel mentre gli sventolava la bandierina dinanzi il viso con fare minaccioso. Lo stesso, inoltre, insieme ad altri componenti della propria squadra, tentava di impedire il rientro negli spogliatoi all’arbitro, il quale poteva accedervi soltanto grazie all’intervento di tesserati della squadra locale”.

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