di Cinzia Catrini *

È entrata in vigore la Legge n. 162 del 5.11.2021 che modifica, potenziandolo, il Codice delle pari opportunità di cui al D.lgs. n. 196/2006. nato per attuare la legge delega 14 marzo 1985 n. 132.
Vediamo di seguito maggiori dettagli sul nuovo provvedimento.

A far data dal 2022 sono stati introdotti per le imprese sia obblighi più stringenti che incentivi. In particolare, le aziende dovranno monitorare la situazione della popolazione aziendale predisponendo rapporti specifici sulla parità retributiva e la distribuzione degli incarichi tra uomini e donne; inoltre, volontariamente, potranno certificare la propria situazione e ottenere anche uno sgravio contributivo nonché vantaggi nelle gare e incentivi. All’articolo 25 del codice viene modificato il comma 2 bis, inserendo tra le possibili discriminazioni anche tutti gli atti organizzativi che modificando le condizioni e i tempi di lavoro in ragione del sesso possano creare vantaggi o svantaggi ad un lavoratore rispetto a un altro, in generale e dal punto di vista sia della partecipazione alla vita aziendale, sia rispetto a possibili progressioni di carriera.

Ulteriori modifiche di spessore sono quelle relative al rapporto biennale di cui all’art. 46 Codice “…sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni e in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta” che, precedentemente, era obbligatorio qualora fossero occupati oltre 100 dipendenti. Con la modifica, infatti, il documento diventa obbligatorio anche per le aziende sopra i 50 dipendenti, mentre le imprese sotto la soglia citata potranno applicarlo su base volontaria. Da ricordare che in caso di omessa compilazione del rapporto biennale è possibile la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’Azienda.

Il rapporto, obbligatoriamente biennale, deve essere redatto in modalità telematica tramite un modello reso disponibile sul sito del Ministero del lavoro. E’ stato infatti firmato il 29 marzo c.a., dal Ministro del Lavoro Orlando e dalla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Bonetti, il Decreto interministeriale che definisce le modalità di redazione del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile da parte delle aziende pubbliche e private che contano più di 50 dipendenti (ai sensi del nuovo articolo 46 del D.lgs. n. 198/2006). Questa la nota del Ministero del Lavoro. L’invio del rapporto dovrà essere online ed effettuato entro e non oltre il 30 settembre 2022 per il biennio concluso 2020-2021 ed entro il 30 aprile a partire dai bienni successivi. Dovrà essere espletato tramite l’applicativo https://servizi.lavoro.gov.it. Il Ministero in caso di compilazione adeguata rilascerà una ricevuta che ne attesterà l’invio corretto. Una copia dovrà essere inviata dal datore di lavoro alle rappresentanze sindacali.

In questo innovato quadro normativo, la novità che maggiormente rappresenta la volontà di un cambio di paradigma nell’attuazione di pari opportunità sui luoghi di lavoro è la previsione della cosiddetta certificazione della parità di genere che viene introdotta a far data al 1° gennaio 2022. La certificazione attesterà che l’azienda ha implementato misure atte in concreto a ridurre il divario di genere in ambito di pari opportunità di crescita sul lavoro, salariali e di mansioni, nonché a dimostrare che siano state adottate politiche di gestione delle differenze di genere e a tutela della maternità. La certificazione darà diritto a un bonus contributivo per il cui finanziamento nel 2022 sono destinati 50 milioni di euro. Altro meccanismo premiale prevede la possibilità di punteggi utili nelle graduatorie per aiuti di stato, finanziamenti con fondi europei e altri vantaggi in ambito di bandi di gara e avvisi pubblici, sempre compatibilmente con i Regolamenti della Ue. I parametri minimi per conseguire la certificazione verranno definiti con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri mentre i criteri per le domande e l’erogazione del bonus sono affidati ad un decreto del Ministero del lavoro.

Il 16 marzo 2022 è stata pubblicata la Prassi di riferimento (Pdr) Uni 125:2022 all’esito del confronto svoltosi all’interno del “Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese” coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri, con la partecipazione di altre Amministrazioni. La Uni definisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere, che prevede la strutturazione e adozione di un insieme di indicatori prestazionali (KPI) inerenti le politiche di parità di genere nelle organizzazioni. Richiamando il classico modello di riferimento dei sistemi di gestione, la PdR UNI 125:2022 prevede la misurazione, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni per attribuire alle stesse un livello di maturità e misurare gli auspicabili miglioramenti nel tempo.

* Svolge la professione di avvocato da un ventennio ed è abilitata avanti alla Suprema Corte di Cassazione. Opera nel settore del diritto e della procedura penale ed ha acquisito un’ampia esperienza nelle leggi regolanti la produzione industriale e nelle tematiche della legislazione speciale d’impresa attinenti al settore sicurezza.

Articolo Precedente

Francia, Deliveroo condannata per lavoro irregolare: “I rider avrebbero dovuto essere dipendenti”. Multa da 375mila euro

next
Articolo Successivo

Ita Airways lascia a piedi 221 operatori di call center e diserta il tavolo al ministero. Orlando: “Ingiustificabile”

next