Cinema

Il regista ucraino Vasjanovyč combatte contro i russi, il suo film sul Donbass Atlantis arriva in sala per tre giorni

L'opera vinse la sezione Orizzonti della 76ma Mostra del cinema di Venezia ormai tre anni fa. È un’Ucraina post apocalittica quella inscenata dall'artista racconta non la guerra in sé, ma l’anima di chi l’ha vissuta

di Anna Maria Pasetti

2025. Ucraina orientale. Un anno dopo la fine della guerra. Una scritta agghiacciante per noi che la leggiamo in questi giorni. Ma senza tale scalpore fu ricevuta nel 2019 quando il film Atlantis di Valentyn Vasjanovyč apparve alla platea della 76ma Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti che vinse come miglior film staccando di livello la concorrenza. Certo, tre anni fa il mondo più o meno era cosciente che era in corso dal 2014 un conflitto nel Donbass tra l’esercito ucraino e quello dei separatisti filorussi. Ma si trattava, a tutti gli effetti, di un “problema” loro, tra russi e ucraini, fine del discorso.

Dal 24 febbraio 2022 tutto è cambiato. E offrire hic et nunc al pubblico italiano delle sale cinematografiche – esattamente dall’11 al 13 aprile – un film potente come Atlantis appartiene all’istinto distributivo della società Wanted Cinema, che già il 24 marzo aveva portato nelle sale Reflection firmato dallo stesso regista cinquantenne nativo di Žytomyr (a ovest di Kiev) e al momento impegnato a difendere militarmente il suo Paese dai primi giorni dell’invasione russa.

È un’Ucraina post apocalittica quella inscenata da Vasjanovyč in Atlantis, anzi decisamente distopica, in cui le macerie di quel “passato nel futuro” si mescolano alla psichedelia immaginifica di un universo quasi ultraterreno e alla teatralità della messa in scena, cifra drammaturgica di questo autore capace di geometrie perfette in un cinema linguisticamente straordinario. Al centro non è la guerra in sé, ma l’anima di chi l’ha vissuta, specie dei soldati coinvolti in prima persona.

Il paesaggio eloquente è il deserto innevato dove l’uomo appare quasi un intruso; contraltare del candore nevoso è però la netta percezione della violenza disumana della guerra, di eventi orrorifici dai quali ci si salva solo attraverso un atto di fede. Così avviene per Sergeji, ex militare affetto da stress post-traumatico che prova a sopravvivere a se stesso. A salvarlo dall’incubo è l’amore per una donna, una volontaria, e il loro incontro, così come l’inizio del film, è materia per uno sguardo diverso, a “infrarossi”, perché nulla può essere come prima, neppure i colori. Ecco le sale dove trovare Atlantis: http://wantedcinema.eu/movies/atlantis/

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