“Abbiamo visto soldati russi, a corto di armi e morale, rifiutarsi di eseguire gli ordini, sabotare il proprio equipaggiamento e persino abbattere accidentalmente il proprio aereo”. Parola di Jeremy Fleming, direttore del Government Communications Headquarters (Gchq) una delle tre agenzie britannica per l’intelligence. Ma stando a quanto racconta il quotidiano indipendente Meduza il rifiuto avviene anche tramite ricorsi legali. E a prepararli è un avvocato, Mikhail Benyash, in passato già difensore di manifestanti russi antigovernativi e impegnato nella tutela dei diritti umani.

Al legale si sono rivolti dodici ufficiali della Guardia nazionale russa di Krasnodar che hanno rifiutato di partire per l’Ucraina e che pochi giorni dopo il no sono stati licenziati. “Se ci fosse un conflitto in corso, o una situazione di emergenza, o la legge marziale, allora i termini contrattuali potrebbero essere cambiati senza il consenso degli interessati, Ma qui non c’è un conflitto, c’è solo una “operazione militare speciale” spiega l’avvocato. Operazione militare speciale è la definizione che lo stesso presidente Vladimir Putin ha imposto per impedire che chiunque, giornalisti compresi che rischiano fino a 15 anni, di parlare dell’invasione dell’Ucraina.

I soldati chiamati sul fronte ucraino erano, racconta Meduza, impegnati in esercitazioni in Crimea, il 25 febbraio hanno ricevuto l’ordine di partenza, ma hanno risposto che intendevano restare in Crimea. E l’avvocato Benyash spiega al quotidiano indipendente Meduza che il 1 marzo i soldati sono stati licenziati “per mancata esecuzione degli ordini“. Quindi si sono rivolti ai tribunali, per cercare di ripristinare il loro diritto al lavoro. Cosa che, sottolinea l’avvocato, è possibile, “perché la Russia non si trova in Guerra ma in una operazione militare speciale”. Quindi bisogna dare l’assenso alla partenza.

Il legale spiega di aver ricevuto 200 richieste di aiuto da parte di soldati russi. E continuano ad aumentare i numeri di coloro che si rivolgono agli avvocati per non andare a combattere in Ucraina, ma al contempo poter continuare a lavorare. “Si stanno già rifiutando in massa. È solo che avevano paura che quello che stavano facendo fosse illegale. E ora sapranno che c’è una base legale per questo. La gente non vuole uccidere o essere uccisa. Quando sono stati assunti per la prima volta, i loro contratti riguardavano qualcosa di leggermente diverso. Inoltre, Rosgvardia ha funzionato in modo diverso. Questi ragazzi non possono sparare missili terra-aria, non possono azionare carri armati. Cosa faranno contro un esercito addestrato? E con cosa, una mazza e uno scudo? Il loro compito è disperdere i sostenitori di Navalny, e in questo hanno fatto un ottimo lavoro. Questa guerra è qualcosa di diverso”.

Un altro avvocato russo, Pavel Chikov, ha dato notizia su Telegram di “storie analoghe in Crimea, a Novgorod, Omsk, Stavropol“. “Altre persone stanno cercando assistenza legale per non dover ubbidire all’ordine di partenza per il fronte ucraino. Perché un conto è essere impiegati contro il terrorismo e la criminalità organizzata, un altro è la guerra”. La Guardia Nazionale era stata istituita nel 2016 con questi compiti, che poi si erano allargati alla repressione dei movimenti di piazza antigovernativi.

Foto di archivio

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