Sembra un paradosso, una beffa del destino. Ma dal primo maggio, proprio dal giorno della Festa dei lavoratori 1890 temono di restare a casa, senza più un’occupazione. A rischiare sono i navigator, figura professionale introdotta con il reddito di cittadinanza, con il compito di aiutare i percettori del sussidio a trovare un impiego: dopo due proroghe, il 30 aprile scadranno i loro contratti di collaborazione. E, se l’esecutivo non troverà un nuovo compromesso, se non una soluzione, per tanti lavoratori che dovevano rappresentare il simbolo della riforma delle politiche attive, non resterà che tornare in piazza, “dopo tre anni di competenze acquisite e fondi pubblici usati per la nostra formazione”, denunciano.

Per questo motivo, a un mese dalla deadline prevista (dalla seconda proroga dello scorso dicembre), sono tornati a manifestare di fronte ai ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro. Chiedendo un intervento soprattutto al ministro dem Andrea Orlando: “Non riceve né noi, né i sindacati: non può fare il fantasma”, hanno rilanciato. Non senza organizzare pure una ‘premiazione’ simbolica, con tanto di medaglie e cartelloni: “Lui è il nostro datore di lavoro, ma non ci ascolta”. E ancora: “Dal primo maggio 1900 dipendenti pubblici rischiano di restare disoccupati”.

“Avevamo accettato le proroghe, sperando poi in soluzioni strutturali. Ma dai ministri della Pubblica amministrazione e del Lavoro, Renato Brunetta e Andrea Orlando non sono arrivate novità. In tanti centri per l’impiego c’è carenza di personale. Sarebbe illogico rinunciare ai navigator in un momento come questo”, hanno rilanciato pure i sindacati, Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp. Così, di fronte alle proteste di navigator e sindacati, lo stesso Orlando si è alla fine presentato al presidio, per parlare pochi minuti con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri e annunciare un tavolo di confronto, dopo il silenzio delle ultime settimane.

“Si è impegnato a convocarci a breve per individuare una soluzione e a fare da mediatore anche con il ministro Brunetta. Noi non ci fermeremo, continueremo a vigilare affinché venga garantita la continuità occupazionale e venga dato seguito agli impegni assunti”, hanno replicato i sindacati, dopo il breve colloquio in via Molise con lo stesso Orlando, sotto al Mise. “È la prima volta che si confronta con noi, speriamo possa essere una svolta“, c’è chi spera, ora, pure tra i navigator in presidio. Altri invece non sembrano fidarsi. “Una nuova proroga, la terza, in attesa di soluzioni? Non ne abbiamo parlato ancora, ma è importante l’apertura del confronto”, spiega Silvia Simoncini (Nidil Cgil).

Nel tempo, intanto, il numero dei navigator si è ridotto. Erano circa 3mila, dopo tre anni sono diminuiti fino a 1890 circa, dato che molti di loro hanno partecipato e vinto alcuni concorsi regionali, banditi per la ricerca di personale per i centri per l’impiego (e non solo). Ma della stabilizzazione promessa, non c’è più traccia. “Non lo dimentichiamo: era stato Luigi Di Maio il primo – c’è chi ricorda in piazza – a garantire che saremmo stati assunti (in Anpal Servizi, la società in house dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, poi commissariata dall’esecutivo, con il benservito recapitato al contestato presidente Mimmo Parisi, ndr)”.

Per questo, l’obiettivo, resta ancora quello, per tante centinaia di lavoratori: “Una proroga sarebbe un nuovo rinvio del problema, seppur utile nel breve periodo. Noi vogliamo certezze“, c’è chi insiste. E ancora: “Paradossale che nel momento in cui si investono enormi risorse nel settore delle Politiche attive per il lavoro, si decida di lasciare a casa 1900 lavoratori. Mandarci a casa sarebbe un irrazionale spreco di risorse e una irrimediabile dispersione di un patrimonio di competenze ed esperienze a oggi uniche”, contestano.

C’è poi la richiesta di essere inseriti nel programma Gol (la Garanzia di occupabilità dei lavoratori, per il quale l’esecutivo ha già investito ben 5 miliardi di euro nel Pnrr): “Come esperti delle politiche del mercato del lavoro siamo convinti di avere ancora molto da offrire“. “Diamo atto al ministro di averci messo la faccia e di essersi impegnato ad attivare, sin da subito, un tavolo. Chiediamo anche il coinvolgimento del ministro Brunetta”, ha aggiunto pure il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Per poi attaccare anche le Regioni: “Dicono di avere carenza di personale, ma non vogliono stabilizzarli”. Ora, l’attesa è per il tavolo promesso: “Una soluzione può essere trovata, questi ragazzi meritano di essere stabilizzati”.

Articolo Precedente

Ex Ilva, fumata nero al ministero del lavoro. Nessun accordo tra azienda e sindacati sulla cassa integrazione per 3mila addetti

next
Articolo Successivo

Smartworking emergenziale prolungato: finalmente ci si è resi conto dei lati positivi

next