Con una riforma puntuale del Catasto, gli abitanti di Trento vedrebbero esplodere la rendita catastale ai fini Imu del 189,4%, peggio che a Roma o Milano. Nella Capitale, invece, il valore medio della prima casa ai fini Isee (l’indicatore reddituale richiesto per numerosi servizi, come l’asilo nido) passerebbe da circa 81.000 euro a più di tre volte tanto: 294.800 euro.

Sono alcuni dei risultati più eclatanti che derivano da una delle tante simulazioni della Uil-Servizio Lavoro, Coesione e territorio che cercano di ipotizzare gli effetti della riforma del catasto di cui si discute tra Governo e Parlamento.

Trovi il report completo sul Magazine di Immobiliare.it.

Il gettito è circa 40 miliardi

Per dare un’idea del peso del mattone sul complesso delle tasse, una recente elaborazione dello studio legale Elexia ha calcolato che la casa genera per il Fisco circa 40 miliardi di euro l’anno

Le rendite aumenterebbero del 128,3%

Dall’elaborazione della Uil emerge che, a livello nazionale, con i valori debitamente aggiornati, le rendite catastali aumenterebbero in media del 128,3%, con punte del 189% a Trento, 183% a Roma, 164% a Palermo, 155% a Venezia, 123% a Milano.

Secondo lo studio, l’Imu sulle seconde case vedrebbe un aumento medio a livello nazionale di 1.150 euro, passando dagli attuali 896 euro a 2.046 euro.

Interessante la comparazione dello studio che mette a fianco i valori medi di compravendita al metro quadrato e il valore catastale medio (calcolato come media tra le case di categoria A/2 e A/3, quelle che rispondono alla definizione di Abitazioni “signorili” e quelle di “tipo civile”).

Nella media nazionale, emerge che il dato “reale” rispetto a quello catastale è più del triplo: 523 euro/mq contro 1.700. A Milano, la differenza è di quattro volte: 1.040 euro/mq di valore catastale contro una media di valore di mercato di 4.113 euro/mq. Proporzione simile a Roma (1.040 contro 4.850) o Venezia (818 contro 3.100). A Bologna i valori sono più vicini, 1.164 euro contro 2.450 euro.

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