Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti ad Antonio Manzini, Luigi Torres Cerciello, Abdulrazak Gurnah e Annie Ernaux

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

LE OSSA PARLANO - 2/4

“Comincio a pensare che lei in fondo sia una brava persona Schiavone”. “Ma proprio in fondo?” “Certo, in fondo in fondo, a destra, dove di solito si trova il cesso”. È davvero un Rocco Schiavone più umano, o forse semplicemente più ferito, quello che troviamo ne “Le ossa parlano” (Sellerio) il nuovo straordinario romanzo di Antonio Manzini con protagonista proprio il vicequestore reso celebre sul piccolo schermo da Marco Giallini. Dopo aver tagliato definitivamente il cordone ombelicale che lo legava a Roma, la sua casa, ma anche la città che gli ha rovinato la vita; a Rocco non resta che rassegnarsi: Aosta non è più qui la città dell’esilio, bensì quella in cui provare faticosamente a intraprendere una nuova esistenza. Ecco quindi che il nuovo caso che Schiavone è chiamato a risolvere assume i contorni di una lectio magistralis di criminologia. Una mattina di pioggia un medico in pensione ritrova, durante una passeggiata nel bosco, delle ossa. Sono le ossa di un bambino ucciso a soli dieci anni, Mirko Sensini, e – come non tarderà a scoprire il buon vicequestore – in ballo c’è una rete di pedofili. I fatti sono successi sei anni prima, indizi non ce ne sono e tantomeno prove. È un cold case, a tutti gli effetti. Molti al suo posto ci avrebbero rinunciato, ma non Schiavone. Lui i rimbocca le maniche e inizia a rimestare nel torbido, muovendosi a cavallo tra Aosta e Ivrea, ripercorrendo gli ultimi passi del piccolo Mirko, in un esercizio investigativo che è manna per gli appassionati del genere. Il piglio narrativo di Manzini è inconfondibile, i dialoghi sono serrati e consentono al lettore più attento di cogliere dettagli nascosti. Le indagini prendono ritmo, Rocco Schiavone, in tenera attesa che Lupa sforni i suoi cuccioli, fa il vero capobranco e per la prima volta quell’ensemble grottesco che si ritrova come squadra riesce davvero a muoversi in sincrono e macinare risultati importanti. E tassello dopo tassello, tutte le tessere del puzzle si compongono, delineando un quadro finale agghiacciante. Per complessità, intrecci e profondità di analisi, “Le ossa parlano” è sicuramente uno dei romanzi migliori di Manzini, che porta il suo Rocco Schiavone a un ulteriore livello letterario. Che dire, chapeau, e aspettiamo con ansia il prossimo capitolo. Voto (appassionatissimo): 10.

LE OSSA PARLANO - 2/4
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