Il deputato della Lega Edoardo Rixi, coordinatore del partito in Liguria e già viceministro alle Infrastrutture nel governo Conte I, è stato assolto in via definitiva dalle accuse di peculato e falso nel processo sulle cosiddette “spese pazze” dei consiglieri regionali liguri negli anni dal 2010 al 2012, quando Rixi era capogruppo del Carroccio. La Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d’Appello di Genova a marzo 2021, mentre il Tribunale di primo grado lo aveva condannato – a maggio 2019 – a tre anni e cinque mesi di reclusione con la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pochi minuti dopo la condanna Rixi si era dimesso dall’incarico di governo. Per i giudici d’appello, invece, la legge regionale in vigore al momento dei fatti non prevedeva “la necessità di alcuna dichiarazione o dimostrazione di inerenza ai fini dell’ammissibilità della spesa”.

“Con la conferma dell’assoluzione, la Cassazione ribadisce la mia estraneità alle infamanti accuse di falso e peculato che ho combattuto per anni. Pur sapendo di essere innocente nel frattempo mi sono dimesso da viceministro, ho rinunciato alla poltrona da governatore e ho preferito non assumere ruoli per evitare futili critiche alla Lega e al mio operato. Una vicenda che dovrebbe far riflettere i giustizialisti della prima ora, quelli che mi hanno chiesto subito le dimissioni: i processi si celebrano in tribunale, non in piazza. È la sottile differenza tra democrazia e demagogia. Ringrazio Matteo Salvini, la Lega, famiglia e amici che mi hanno fatto sentire sempre il loro sostegno”, dichiara Rixi in una nota.

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