Televisione

Guerra Russia-Ucraina, la gaffe “storica” del Tg1: “Sulla scalinata Potëmkin Odessa si ribellò ai bolscevichi”. Ma la rivoluzione era contro lo zar

Nel servizio andato in onda sabato dalla città sul mar Nero, l'inviato mostra il filo spinato che interrompe a metà la scalinata chiudendola al pubblico. "Su questi scalini Odessa si ribellò ai bolscevichi nel 1905", dice. I bolscevichi però avrebbero preso il potere soltanto dodici anni dopo: la ribellione del 1905 era invece rivolta contro l'ultimo zar, Nicola II Romanov, ed era ispirata proprio dalle parole d'ordine del socialismo rivoluzionario di Lenin

di F. Q.

A massacrare la folla in rivolta sulla scalinata Potëmkin a Odessa non sarebbero stati i cosacchi dello zar ma i bolscevichi, cioè i seguaci di Lenin nel Partito operaio socialdemocratico russo, che allora vivevano in clandestinità ed erano gli ispiratori di quella stessa rivolta. È la rumorosa gaffe “storica” dell’inviato del Tg1 Giacinto Pinto nel servizio andato in onda sabato dalla città sul mar Nero, obiettivo strategico dell’avanzata russa. Il giornalista mostra il filo spinato che interrompe a metà la scalinata, “simbolo di Odessa”, chiudendola al pubblico. “Su questi scalini Odessa si ribellò ai bolscevichi nel 1905“, dice, mentre scorrono immagini del film di Sergej Ėjzenštejn La corazzata Potëmkin, noto in Italia soprattutto per la citazione cult ne Il secondo tragico Fantozzi.

I bolscevichi però avrebbero preso il potere in Russia soltanto dodici anni dopo, con la Rivoluzione d’ottobre nel 1917: la ribellione del 1905 era invece rivolta contro l’ultimo zar, Nicola II Romanov, ed era ispirata proprio dalle parole d’ordine del socialismo rivoluzionario di Lenin. Il 28 giugno, dopo l’ammutinamento dei marinai della corazzata Potëmkin, era scoppiata una rivolta a Odessa, culminata nella notte con l’incendio dei magazzini portuali e la repressione dei cosacchi che provocò centinaia di morti. Ma anche la scena della fucilazione sulla scalinata nel film di Ėjzenštejn non eventi reati, perché la repressione avvenne non di giorno sulla scalinata, bensì di notte nelle strette vie della città.

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