Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, insieme al primo ministro Denis Smihal e al presidente della Verchovna Rada (il Parlamento ucraino) Ruslan Stefanchuk, ha firmato la richiesta di adesione dello Stato – sotto assedio da parte dell’esercito russo – all’Unione europea. Andrii Sybiha, capo di gabinetto di Zelensky, ha scritto sulla propria pagina Facebook ufficiale che i documenti “stanno arrivando a Bruxelles”. Il momento delle sottoscrizioni è stato immortalato in un filmato postato sui social: tutti e tre i vertici istituzionali compaiono in abbigliamento militare. Si tratta dell’accelerazione di un processo avviato fin dalla rivoluzione del 2014, scatenata dal rifiuto da parte dell’allora presidente filorusso Viktor Yanukovych di firmare un accordo di associazione con Bruxelles, poi entrato in vigore nel 2017: la domanda ufficiale, nei piani di Kiev, avrebbe dovuto essere presentata nel 2024.

Ora Zelensky chiede una “procedura speciale” per accelerare l’ingresso ucraino nella Ue, che normalmente richiederebbe anni. “Il nostro obiettivo è stare insieme con tutti gli europei, l’importante è essere tutti uguali. Perché è giusto e sono sicuro che ce lo siamo meritato. Sono sicuro che tutto è possibile”, ha detto. I trattati, però, prevedono che soltanto per acquisire lo status di “candidato” lo Stato richiedente debba ottenere l’ok all’unanimità dei 27 Stati membri “previa consultazione della Commissione e previa approvazione del Parlamento Europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono”. Per fornire il parere la Commissione impiega in media dai 15 ai 18 mesi. A quel punto si aprono i negoziati al termine dei quali serve un nuovo ok all’unanimità per l’adesione, che si completa solo con la ratifica di ciascun Paese membro.

Anche i vertici delle istituzioni europee, nelle dichiarazioni rese nei giorni scorsi, si sono mostrati scettici sulla possibilità di un’adesione in tempi rapidi. “Finora nel dibattito generale sono emerse opinioni diverse“, ha ammesso il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in un’intervista ad alcuni media europei. “Il tema ora non è in agenda, c’è una guerra. Dobbiamo dare una risposta per le prossime ore, non per i prossimi anni”, ha spiegato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, pur ribadendo la “chiara prospettiva europea” di Kiev. Concetto ribadito dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock: “L’adesione non può essere completata in pochi mesi”, ha spiegato. Nel 2016, l’allora presidente della Commissione Jean-Claude Juncker aveva stimato in 20-25 anni il tempo necessario perché l’Ucraina potesse entrare nell’Ue e nella Nato.

Lunedì intanto l’Alde, la federazione dei liberali europei che siede al Parlamento europeo nel gruppo Renew Europe, ha annunciato via Twitter che il partito di Zelensky ha ottenuto lo status di affiliato temporaneo. La piena adesione del partito, chiamato Sluha Narodu, ovvero “Servitore del popolo” come la celebre serie televisiva che ha reso famoso l’ex comico, sarà discussa al prossimo congresso, che si terrà a giugno a Dublino.

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